Divertimento sì, ma senza sballo

Calalzo. Alle 20.30 la prima delle due serate dedicate all’abuso di alcolici

CALALZO. Ci si può divertire anche senza “sballare”. Ancor di più, il vero divertimento è quello sano, in cui “ci sei con la testa” e puoi vivere appieno il “qui e ora”. Per due martedì, oggi e il 18 ottobre, la sala consiliare del Comune di Calalzo (alle 20.30) ospiterà gli incontri dal titolo “Festeggiare un evento importante in maniera sobria”. Due serate di sensibilizzazione volute e promosse da Acat Cadore, Usl 1 di Belluno e Unione Montana Centro Cadore.

«L’iniziativa è rivolta ai giovani, ma non soltanto», spiega Mary Kariuki, operatrice del servizio alcologico territoriale di Auronzo, relatrice nei due incontri, «l’obiettivo è infatti sensibilizzare l’intera popolazione: genitori, insegnanti e figure significative sono il punto di riferimento per i più giovani. Siamo noi adulti a rappresentare esempio e stimolo».

«Si tratta di un percorso di sensibilizzazione già intrapreso con altri incontri», commenta il sindaco di Calalzo e presidente dell’Um, Luca De Carlo, «quello dell’abuso di alcol è un tema spesso sottovalutato. E bisogna distinguere tra bere qualcosa al bar in compagnia e quella che è la cultura dello sballo».

«Il fenomeno di abuso di alcolici sta diventando sempre più dilagante», continua Kariuki, «per i giovani il primo contatto con l’alcol arriva in un’età via via più precoce. E all’interno delle stesse famiglie, proponendo per esempio al figlio di bere un bicchiere di vino. Si tratta di una componente insita culturalmente. Noi ovviamente non vogliamo fare terrorismo, ma solo far capire che l’alcol non è acqua fresca e che c’è differenza tra uso e abuso. E l’abuso, con il passare del tempo, può far andare incontro a problemi alcol correlati». Nel corso delle serate si rifletterà sul fatto che festeggiare non significa “non esserci” con la testa e si parlerà di metabolismo dell’alcol e dei danni alcol correlati, promuovendo cambiamenti in meglio nello stile di vita. Le serate sono state volute in modo molto forte dagli Acat (Associazione club alcologici territoriali) del Cadore, «che stanno facendo davvero moltissimo per sensibilizzare la popolazione», dice ancora Kariuki, «alle scuole territoriali di terzo modulo va un grande plauso. Senza dimenticare il dottor Alfio De Sandre, responsabile del Servizio tossicodipendenze-alcologia di Auronzo, che ha “coltivato” molto il territorio, lavorando anche perché i Club vengano potenziati». Il fatto che siano gli Acat a farsi promotori rappresenta una “rivoluzione dal basso”: chi ha vissuto problemi di alcolismo si mette in campo per evitare che altre persone cadano nella stessa situazione.

Martina Reolon

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