Dileggia e maltratta l’autista suo dipendente Condannato il titolare

ALANO DI PIAVE. Ha tormentato per anni Umberto Marchese, uno dei propri dipendenti, rivolgendogli tali e tante offese, spesso alla presenza di colleghi, e imponendogli periodi di ferie e cassa integrazione così frequenti, da provocargli uno stato ansioso depressivo riconosciuto dall’Inail come malattia professionale. Una sequela di «comportamenti vessatori», quella ipotizzata dalla Procura a carico di Patrizio Tomada, 65 anni, originario di Udine, residente da tempo in Colorado e, all’epoca, legale rappresentante della Italsped, che ha finito per costargli una condanna a un anno di reclusione (sospesa con la condizionale) per maltrattamenti.

La sentenza è stata emessa ieri dal giudice Lauteri, che, nel valutare la fattispecie di reato contestata, ha ritenuto di riconoscere il solo comma relativo ai maltrattamenti «ai danni di persona sottoposta alla sua autorità» e non anche quello previsto nel caso in cui dal fatto derivi una lesione personale grave. Quanto basta comunque per condannarlo a risarcire 30 mila euro di danni al dipendente, autista di 60 anni residente ad Alano e costituitosi parte civile con l’avvocato Marco Cason.

Il pm onorario, Marzia Gaspardis, aveva concluso la discussione, proponendo due anni di reclusione, mentre il difensore, Assunta Nappi, aveva sollecitato l’assoluzione o, in subordine, il minimo della pena. Ricostruita nel fascicolo istruito dal pm Andrea Gondolo, la vicenda racconta la storia del dipendente finito nel mirino del superiore in quanto “anziano” e «con un elevato stipendio». Un lavoratore in servizio dal 1986 e che Tomada, subentrato nel 2005 alla guida della ditta di trasporti - attualmente in procedura di concordato preventivo -, avrebbe denigrato allo scopo di spingerlo a dare le dimissioni. «Lo trattava come una bestia», aveva affermato un teste durante l’istruttoria dibattimentale. Tutte circostanze che il difensore ha provato a ridimensionare, parlando di «atteggiamento rude con tutti i dipendenti», escludendo condotte persecutorie e demansionamenti e spiegando come la crisi, dal 2008, avesse imposto diversi tagli. —



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