Diabetologia, crescono le liste di attesa per avere un certificato

ospedale san martino
ospedale san martino

BELLUNO. Un diabetologo a Pieve di Cadore e due a Belluno: sono troppo pochi per mandare avanti tutte le pratiche necessarie di cui hanno bisogno i loro pazienti. A cominciare dai certificati per il rinnovo della patente. E così i tempi di attesa si allungano per i diabetici.

La denuncia arriva dalla referente provinciale di Cittadinanzattiva e Tribunale del Malato, Ottorina Bompani che in queste settimane di segnalazioni di questo tipo ne sta collezionando parecchie. «Sono troppo lunghi i tempi per ottenere i certificati dal diabetologo per i pazienti che devono rinnovare la patente. Soltanto nei giorni scorsi mi è arrivata la segnalazione di due pazienti che devono attendere l’uno dicembre e l’altro gennaio per avere questo documento. Siamo alla follia. E questo perché mancano gli specialisti a causa di una errata programmazione da parte della Regione sul numero di medici necessari per le sue strutture. Purtroppo la politica continua ad avere una visione a corto raggio, quando invece bisognerebbe pensare almeno con un respiro di 10-15 anni».

Bompani riferisce le lamentele espresse, anche, da diversi pazienti affetti da problemi cronici che necessitano di sedute di fisioterapia per migliorare la loro qualità di vita. «Mentre si predilige il paziente acuto, i cronici devono attendere tanti mesi prima di sottoporsi a un nuovo ciclo di terapie. La politica ha deciso che i pazienti cronici devono essere messi in coda nelle liste di attesa, rispetto agli acuti. Non si può pensare che uno, affetto da artrosi, sopporti dolori molto forti e invalidanti causati dalla malattia, senza poter usufruire in tempi ristretti di ripetute terapie. Io credo che la sanità debba garantire una qualità di vita decente alle persone. Inutile, quindi, fare tanti proclami dicendo che la sanità veneta è la migliore. La sanità migliore è quella che trova una soluzione ai problemi», sottolinea la referente di Cittadinanzattiva che aggiunge: «Parlando di qualità del servizio, quale potrà essere quello che verrà offerto da medici neo laureati, soprattutto in reparti strategici come quello di Pronto soccorso? Come presidente delle associazioni a favore dei cittadini, sono profondamente contraria a questa scelta, che non farà altro che mettere a rischio l’attività del reparto e aprire contenziosi giudiziari nei confronti dei medici». —

P.D.A.

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