De Menech: «No atti d’imperio Ascoltare le comunità locali»

È sceso il gelo all’annuncio fatto dal direttore Famiglietti Nessuno sapeva nulla della richiesta avanzata per l’intero territorio

comelico superiore. «Lei sa che il 12 aprile abbiamo notificato alla Regione l’apertura di un procedimento di apposizione di vincolo paesaggistico su sei Comuni, i cinque del Comelico e Auronzo?». Così Gino Famiglietti, direttore al ministero dell’Ambiente, si rivolge all’assessore regionale Gianpaolo Bottacin che sbianca in volto. Nessuno ne sa niente, eppure è la Regione che deve dare il via libera all’ingessatura di un territorio dolomitico tra i più suggestivi. La richiesta, per la verità, è firmata dalla Soprintendenza di Venezia. Proprio la stessa che ha detto di no al collegamento dell’Alto Comelico con la Val Pusteria. Il vincolo è lo stesso che è stato imposto a Cortina, Feltre, Sappada e altri Comuni.

È sceso il gelo, ieri a Roma, quando, ancora prima di entrare nel merito della diatriba sulle piste da sci, la delegazione bellunese si è sentita annunciare questa doccia fredda. L’incontro era stato organizzato da Federico D’Incà e avrebbe dovuto riguardare solo esponenti della maggioranza, nella fattispecie lo stesso d’Incà e Saviane. Quando il direttore si è trovato davanti Dario Bond, Roger De Menech e Luca De Carlo e si è sentito dire che erano dell’opposizione è stato tentato di rinviare l’appuntamento. Il direttore Famiglietti ha spiegato, lasciando un dossier alla delegazione, che cosa significa un’area vincolata. E a questo punto ha fatto capire che solo con questi presupposti va cercato un itinerario che possa consentire il collegamento.

Il vincolo è un passaggio obbligato per ottenere le piste da sci? «Non lo so», risponde De Menech del Pd. «So però che la Regione sapeva, o avrebbe dovuto sapere. Mi ha sorpreso la sorpresa dell’assessore Bottacin. Siccome è una persona seria, immagino che ci sia stata quanto meno una scarsa comunicazione tra il governo, che sapeva, e la Regione che non sapeva. Eppure», conclude De Menech, «è da anni che il tema del collegamento tiene banco». Rispetto ad un provvedimento che ingessa il territorio, secondo De Menech non può esistere che le comunità locali non vengano interpellate e che un governo, con un atto di imperio, cali sulla testa della nostra gente misure così drastiche. «Ieri mattina», testimonia Dario Bond, «ho capito perché l’autonomia è indispensabile, a partire da quella delle Soprintendenze che nel vicino Trentino Alto Adige sono regionalizzate». Questa, per il parlamentare di Forza Italia è una “manera” che taglierà lo sviluppo delle nostre valli e ci condannerà allo spopolamento. Per quanto riguarda il collegamento sciistico, c’è ancora uno spiraglio di speranza: il 15 maggio, al ministero, un altro confronto, sui vincoli sui sei Comuni e, dentro queste misure, sulla breccia attraverso la quale far passare il collegamento. —

F.D.M.

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