Danta combatte spopolamento e Covid: apre un negozio, con edicola e biblioteca

Danta
Negli anni ’70 a Danta di Cadore c’erano tutti i negozi per le piccole e grandi necessità quotidiane. C’erano macellerie, rivendite di generi alimentari e abbigliamento, mercerie, perfino una ferramenta. Ma la popolazione è invecchiata, qualcuno si è spostato a valle, e i negozi hanno chiuso uno dopo l’altro.
Oggi nel piccolo comune del Comelico, poco più di 400 anime, resistono una bottega di alimentari, due bar e un hotel con ristorante. Per tutte le altre necessità bisogna prendere la macchina e spostarsi a Santo Stefano di Cadore. Ma Danta ha deciso di non arrendersi. Fra qualche settimana aprirà un nuovo negozio polifunzionale, gestito dalla cooperativa Alberi di Mango, dove oltre al locale commerciale ci saranno una rivendita di giornali e la prima biblioteca di comunità del paese.
Si respira speranza dietro le vetrine del nuovo locale. Proprio ieri sono iniziati i lavori per l’allestimento del negozio di comunità, che racconta la voglia dei cittadini di ripartire, dopo Vaia e dopo il coronavirus. E di invertire un trend storicizzato. Da decenni i cittadini sono abituati a vedere i negozi chiudere. Fra poche settimane (si parla della seconda metà di giugno) potranno festeggiare l’apertura di una nuova attività, nel cuore del paese.
«Aprire un negozio quando tutti chiudono», spiega Luciano Ianese, presidente della cooperativa di comunità Alberi di Mango, «è una sfida. Si spera di poter dare un buon servizio alla comunità ma bisogna tenere a mente che, come al giro d’Italia, non si tratta di un punto d’arrivo ma di un traguardo volante: subito dopo ricomincia la salita e bisogna continuare a pedalare».
Una salita appassionante, quella che attende la cooperativa: servirà un mese e tutta la passione dei volontari per arrivare all’inaugurazione del negozio, così come servirà tutto l’impegno della comunità per tenerlo vivo e farlo funzionare.
«L’amministrazione comunale», fa sapere il sindaco di Danta, Ivano Mattea, «è sempre vicina a queste iniziative e ci dà molta soddisfazione vedere che c’è qualcuno che pensa a ravvivare il nostro piccolo paese. Sono molto fiero che la cooperativa investa a Danta di Cadore».
Indispensabile per intraprendere questa nuova avventura è stato il fattivo contributo di tutte le realtà del paese. «La Regola», riferisce Valentino Maddalin Zoldo, alla guida della Regola di Tutta Danta, «dà un contributo di 18 mila euro su 30 mila di investimento. Se non sostenessimo queste attività, come prevede il nostro statuto, io rimarrei a casa».
Traspare una ritrovata consapevolezza della centralità dell’impegno comunitario, parlando con le autorità cittadine, che scaturisce da quel patrimonio di valori e storie condivise che è proprio delle piccole comunità montane. «Dove la cooperativa di comunità aprirà il suo negozio», ricorda ancora Mattea, «quand’ero bambino c’erano un negozio di ferramenta e uno di scarpe. Fino agli anni ‘70 a Danta c’erano tutti i negozi e alcuni concittadini, grazie anche alle fabbriche, non sono mai usciti dal paese per trovare lavoro. L’apertura di questo nuovo negozio è un segnale forte soprattutto per i giovani: il lavoro a Danta, se si vuole, c’è». E ci sarà, perché il nuovo negozio e la biblioteca rappresentano anche un’occasione per trovare un impiego.
«Da quando ha chiuso anche il giornalaio», spiega Clemente Menia Cadore, membro del direttivo della cooperativa di comunità, «per me è stato come veder scendere il buio: Danta non aveva più le caratteristiche di un paese turistico perché meno servizi offriamo e meno turisti ci sono. Il giorno in cui finalmente si riaprirà un negozio, vedrò realizzato anche un mio piccolo sogno e sarà un giorno importante per tutta la comunità di Danta di Cadore». Un giorno non più così lontano. —
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