Danni per la pioggia in Agordino, Val di Zoldo resta tagliata a metà

La situazione meteo è in miglioramento. Ieri qualche intervento dei vigili del fuoco per allagamenti e colate di fango

Maltempo a Belluno, la frana di Dont che taglia in due la valle di Zoldo

BELLUNO. La situazione meteo è in miglioramento. Restano criticità a Val di Zoldo, per la frana caduta fra Dont e Fusine che spezza in due il paese, a Schiucaz dove la frana continua a muoversi e in alcune zone dell’Agordino, ma nella giornata di ieri non si sono registrati nuovi smottamenti. Ed è già una buona notizia, considerando che nel fine settimana se ne sono attivate ventidue. La Regione comunica che rimane lo stato di allerta idrogeologico fino alle 20 di oggi.


Ieri c’è stato un dissesto a Borgata Tamber (Santo Stefano), e i vigili del fuoco sono stati impegnati soprattutto per i danni causati dalla pioggia: a Caprile è stato necessario prosciugare uno scantinato, a Gosaldo si è sollevato il tetto in lamiera di una casa non abitata e in via Carrera ad Agordo c’erano tegole pericolanti. I pompieri di Santo Stefano, invece, sono intervenuti per colate di fango a Lacuna di San Nicolò Comelico e a San Pietro di Cadore. In serata i vigili del fuoco sono stati impegnati a Padola per una frana e all’hotel Sasso Bianco a Rocca Pietore, i cui scantinati si erano allagati.

Gravissima la situazione a Soverzene, dove è crollata la pista ciclabile. Quasi tutte le famiglie che erano state evacuate sono rientrate a casa. Hanno trascorso la notte in albergo o da parenti due famiglie di Zoppè, altrettante di San Pietro e due famiglie di Schiucaz.



Sopralluoghi in corso

«I tecnici della Difesa del suolo sono usciti in sopralluogo nelle zone che avevano rilevato frane e smottamenti», spiega il consigliere Massimo Bortoluzzi. «L’ondata di maltempo sta passando. Da domani (oggi, ndr) potremo fare la ricognizione definitiva e programmare gli interventi di ripristino e messa in sicurezza».

Bortoluzzi coglie però l’occasione per riflettere sui danni subiti dal territorio. Vaia ha inferto un duro colpo, ma il problema è che non vengono più fatte quelle piccole operazioni di difesa del suolo, «dalla piccola regimazione delle acque alle opere idrauliche secondarie, dallo sfalcio dei prati alla raccolta del fogliame, che rendevano il terreno più pronto a ricevere le precipitazioni». E in questa situazione «abbiamo bisogno di strumenti che ci consentano di contrastare veramente lo spopolamento, non di vincoli che già oggi non ci permettono di fare le opere che servirebbero».

San Pietro di Cadore

Restano fuori casa le due famiglie che abitano in via Rin Superiore, sotto l’abitato di Costalta. La frana ha portato giù parecchio materiale e anche ieri non c’erano le condizioni per revocare l’ordinanza firmata dal sindaco lunedì. «Veneto strade ha fatto un sopralluogo sta valutando che tipo di interventi fare», spiegava ieri il primo cittadino, Manuel Casanova Consier.

Nella notte fra lunedì e ieri San Pietro è stato interessato da un’altra emergenza: una colata di fango a Presenaio, che ha richiesto l’intervento dei vigili del fuoco. La strada è stata liberata e il transito non è stato interrotto.

I dati

«In dieci giorni sono caduti dai 400 ai 700 mm di acqua», spiega il direttore dell’area Tutela del territorio della Regione, Nicola Dell’Acqua. «Si tratta della quantità che lo scorso anno si è registrata in 48 ore in occasione di Vaia. L’ingrossamento dei fiumi in simultanea con l’alta marea ha mandato in crisi la rete secondaria e provocato parecchi problemi in montagna, in particolare in alcuni cantieri di Vaia e nell’area nord-orientale».

Sono una cinquantina, ha comunicato la Regione, i cantieri danneggiati.

Il bilancio di Arpav racconta che dal 2 al 18 novembre sono caduti dai 350 ai 600 in montagna, con punte massime prossime ai 700 mm nel Bellunese. In alcune zone i totali pluviometrici hanno già superato i valori che si registrano nell’arco dell’intera stagione autunnale. La neve è scesa fino a 700-900 metri e sui Passi dolomitici ha raggiunto i 120-130 cm a 2000 metri; a 1600-1700 metri sono caduti 70-80 cm.

Viabilità

È stata riaperta a doppio senso di circolazione la Sr 203 Agordina fra La Muda e La Stanga. Veneto strade comunica che rimangono chiusi la Sp 3 a Gosaldo (in località Corde Mole), la Sp 5 a Schiucaz, la Sp 20 della Val Fiorentina. Chiusi i passi Valparola, Valles, Pordoi, Falzarego, Giau e Fedaia. Troppa la neve caduta per consentire un transito in sicurezza. I mezzi sono al lavoro per liberare le strade dalla coltre bianca.

Sono chiuse, infine, la strada provinciale 619 di Vigo di Cadore, fra Antoia e il confine con la provincia di Udine, la Sp 30 “Panoramica del Comelico” fra Costa e Costalissoio e fra Costalta e San Pietro di Cadore, e la Sp 251 della Val di Zoldo fra Dont e Fusine, per la frana caduta lunedì. —


 

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