Dall’Acqua difende il vincolo sul cimitero «Tutela il territorio»
SELVA DI CADORE. «Atto dovuto per tutelare il territorio». Così il sindaco di Selva di Cadore Ivano Dall’Acqua spiega la decisione del Comune di far dichiarare il cimitero di San Lorenzo “bene di interesse culturale”. Decisione contro la quale si è scatenato il gruppo consigliare di minoranza con tanto di ricorso ed anche un esposto all’autorità giudiziaria.
«Sì», spiega il sindaco Dall’Acqua, «sono stato denunciato. Ora tutta la questione è in mano alla Procura. Per questo non posso dire di più».
La vicenda prende il via quando l’amministrazione comunale decide di far dichiarare come “monumento” il cimitero del paese.
«Non c’è solo quello», precisa il sindaco. Il vincolo riguarda anche la chiesa di San Lorenzo e quindi tutta l’area annessa». Il perché di questa decisione lo spiega ancora il sindaco: «L’iter è iniziato dopo la presentazione di una pratica edilizia relativa alla zona circostante la chiesa ed il cimitero. Come sindaco avevo il dovere di tutelare il territorio che con quell’operazione potrebbe venire stravolto in maniera sostanziale. E per fare questo ho interpellato enti superiori più competenti, ovvero la Sovrintendenza».
Il 28 agosto del 2012 il ministero dei Beni ambientali, tramite la Direzione regionale del Veneto, emana il decreto con il quale dichiara l’area ed i due manufatti storici “bene di interesse culturale” con questa motivazione: «Il cimitero di Selva di Cadore, conservando ancora intatto il ductus stilistico ottocentesco, nonché la morfologia architettonica della preziosa cappellina, modulata secondo moduli tipici del territorio cadorino, è da considerarsi un esempio pregevole di camposanto ottocentesco».
Di più il sindaco non si sbottona. «C’è la magistratura di mezzo. Ma risponderò con atti amministrativi ufficiali. L’iter intrapreso è chiaro e corretto».
Non per la minoranza che contesta in particolare la relazione storico – artistica sulla base della quale il ministero ha emesso poi il decreto. «La relazione», hanno scritto i consiglieri di minoranza in un’interrogazione discussa la settimana scorsa in consiglio comunale, «riporta notizie assolutamente prive di ogni riferimento alla situazione attuale. Quel cimitero, così come viene descritto, non esiste più. È stato ampliato negli anni venti e ricostruito di sana pianta dopo l’alluvione del 1966».
I consiglieri di opposizione di Selva hanno però puntato soprattutto il dito sulle conseguenze per i cittadini legate al l’assegnazione di questo “titolo” al cimitero di San Lorenzo: «I cittadini d’ora in poi saranno obbligati comunque ad adeguarsi alle prescrizioni relative alle forme ed alle tipologie di tombe. Ci saranno vincoli anche sui terreni circostanti. Oltre ad un danno per lo stesso Comune soggetto anch’esso al parere della Soprintendenza per qualsiasi intervento anche di manutenzione straordinaria da eseguire nel cimitero».
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