Dal Farra e Tosato difendono la società
Ma i due ex amministratori si riferiscono a prima del 2004

Orlando Dal Farra
BELLUNO.
Orlando Dal Farra e Giorgio Tosato furono nel primo consiglio di amministrazione di Bim Gsp. I due non vogliono entrare nel dibattito politico in corso, o sulla gestione successiva al 2004, ma «per amore della verità e per responsabilità oggettive e soggettive» vogliono «difendere la società Gsp di allora, con i suoi uomini e le sue capacità». «Se Gsp non si fosse messa a disposizione per un affidamento in house non avremmo adempiuto al dovere di valorizzare il patrimonio della società dei cittadini, rappresentati dai sindaci che hanno compiuto la scelta con libertà di più opzioni. Il servizio prima era gestito dai Comuni, che hanno portato per tanti anni nelle case dei bellunesi l'acqua potabile, con esperienza, conoscenza del territorio e professionalità. Uomini, procedure, sistemi e know how sono stati, a seguito dell'affidamento, trasferiti, acquisiti da Gsp. Non era necessario», affermano Tosato e Dal Farra, «ricercare il sapere di imprenditori esterni per un servizio radicato e storico». La legge Galli imponeva nuove gestioni per organizzare su basi economiche un servizio fino ad allora basato su schemi sociali, e richiedeva l'esistenza di alcuni presupposti per un affidamento in house: esperienza di gestioni a rete, conoscenza del territorio e delle procedure amministrative, salute economico finanziaria (che c'era nei bilanci 2003), insieme ad un controllo stringente da parte del controllore (l'Ato). «Il piano d'ambito redatto dall'Ato», proseguono gli ex amministratori, «doveva essere approfondito, messo a punto e lo stato di fatto aggiornato e verificato in progressione con i tempi necessari; il compito di ricalibratura e taratura del piano era affrontabile proprio grazie alle peculiari caratteristiche di gestore e controllore, due soggetti pubblici che rappresentano i cittadini e che perseguono le stesse finalità: mantenere l'acqua in mani pubbliche, migliorare il servizio e farlo al prezzo più economico. Sulla credibilità dell'ATO e della sua struttura tecnica, non entriamo assolutamente nel merito, considerato che fa capo alla Provincia e chi ha avuto responsabilità politiche ed amministrative conosce meglio di noi la situazione. Ci risulta difficile», concludono Tosato e Dal Farra facendo riferimento (come sopra) alle dichiarazioni del consigliere regionale Pd Sergio Reolon, «comprendere come sia possibile rimpiangere il mancato ingresso dei privati nella gestione del servizio idrico, proprio ora che tanti cittadini preoccupati cercano di scongiurarlo anche attraverso forme referendarie».
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