Da tutta Europa per pescare il luccio
Gianluca De Rosa
PIEVE DI CADORE
Il lago di Centro Cadore conquista i galloni di miglior lago d’Italia per la pesca al luccio. A premiarlo una nuova categoria professionale, esplosa in Italia di recente: le guide di pesca, molto conosciute in televisione grazie ad un crescendo di programmi settoriali proposti su canali ad hoc, su tutti Sky Caccia e Pesca.
Grazie al luccio, il lago di Centro Cadore vive una seconda giovinezza controbilanciando le quotidiane difficoltà legate allo sviluppo turistico più tradizionale.
A proposito di luccio, solo pochi giorni fa è stata registrata una pesca da record: un luccio di un metro e trentasei centimetri è stato tirato fuori dalle acque del lago di Centro Cadore tra lo stupore generale se si pensa che, ad oggi in Italia, la misura massima di un luccio resa nota dagli esperti è di un metro e cinquanta.
«Grazie alla pesca al luccio arrivano in Centro Cadore da ogni angolo d’Europa», spiega Stefano Campi, delegato alle vicende del lago per conto dell’Unione Montana di Centro Cadore, «di recente abbiamo registrato presenze di pescatori provenienti da Nuova Zelanda e Giappone».
Il luccio ha fatto la comparsa per la prima volta nelle acque del lago di Centro Cadore nel 2010 grazie ad un programma di ripopolamento promosso dalla Provincia di Belluno fino a diventarne un elemento autoctono. Pesca sportiva fonte di turismo per un lago, quello di Centro Cadore, storicamente alle prese con una serie di difficoltà che non ne hanno mai permesso il definitivo salto di qualità.
Solo negli ultimi tempi sono migliorati sensibilmente i rapporti con Enel, ente gestore delle acque. A tal proposito, il processo della laminazione è da sempre oggetto di scontro con le locali amministrazioni comunali, da rimandare alle procedure di svuotamento del lago che puntualmente prendono il via a metà agosto e dunque in piena stagione turistica.
«Abbiamo sottoposto alla Regione un piano alternativo che prevede anche uno slittamento a settembre della laminazione», annuncia Campi che è anche assessore di Pieve, «gli esperti interpellati lo hanno considerato un progetto valido, ci auguriamo che sia così anche per chi sarà chiamato a prendere una decisione. L’obiettivo è quello di allungare i tempi, permettendo così alla stagione turistica del lago di concludersi senza intoppi».
La laminazione, che tecnicamente consiste nell’abbassamento dei livelli delle acque del lago di Centro Cadore nel segno della sicurezza, rappresenta la punta di un iceberg che coinvolge a cascata altri ambiti come la gestione delle spiagge, ad esempio. Quattro sono quelle riconosciute, tutte caratterizzate dalla presenza di una struttura ricettiva in grado di offrire servizi al turista: Miralago sul territorio di Pieve, lo chalet di Lagole a Calalzo e due a Domegge, località Casette e Camping situate una di fronte all’altra. Tutte e quattro promosse con tanto di bandierina blu da Arpav.
Sul territorio di Pieve si trova anche l’unico circolo nautico che offre servizi di mobilità sul lago.
«L’amministrazione comunale di Pieve conta di potenziarlo», conclude Campi. —
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