Da Falcade al lago del Titicaca
La famiglia Secchi vive a Puno dove è proprietaria di tre ristoranti

Il ristorante dei Secchi sul lago Titicaca
Gianni Pais Bechèr, guida alpina di Auronzo di Cadore, è molto di più che bravo alpinista. Da giovane ha scalato le cime della Valle d'Ansiei, tracciando anche delle vie nuove sulle montagne circostanti che rispondono al nome di Cristallo, Lavaredo, Cadini, Croda dei Toni, Sorapiss e Marmarole, ove ha accompagnato appassionati e clienti. Si è dedicato anche alla storia della sua valle, con un occhio di riguardo ai tempi pionieristici della scoperta della montagna. Dai suoi studi e dalle sue ricerche sono nate diverse pubblicazioni. Un "genius loci" quindi, incapace però di vivere solo nella sua terra di origine, in cui ha svolto anche altri importanti ruoli, ma aperto a nuovi spazi ed esperienze. Da diversi anni Gianni Pais ha infatti stabilito forti legami con l'America Latina, ne ha percorso gli Stati, i paesi, le montagne, le foreste. Si è interessato delle antiche popolazioni andine, delle loro tradizioni e delle culture indigene. Ogni anno, da novembre a maggio, abbandona il negozio di Misurina, per raggiungere i luoghi delle sue indagini. E' diventato in pratica un esploratore, con un precipuo interesse rivolto anche alla ricerca di discendenti di famiglie auronzane e cadorine, ma anche bellunesi, emigrate in quel continente. Per una persona curiosa, aperta alle storie altrui e alle vicende della vita, gli incontri che possono avvenire sono un po' come un andare a nozze e occasione di conoscenze umane importanti. Il 2 febbraio 2009 si trovava a Puno, sul Lago Titicaca. Questo enorme contenitore d'acqua, a quota 3810 m., è il lago navigabile più alto del mondo. Ha ben 8172 chilometri quadrati di specchio d'acqua, oltre 1000 chilometri di coste ed è molto pescoso. Il Titicaca è incuneato fra il Perù e la Bolivia. Nella prima quindicina di febbraio a Puno, sulla sponda peruviana, si svolge una delle feste più importanti di tutto il Sud America. Da ogni villaggio della regione scendono sulle rive del lago centinaia e centinaia di ragazzi e ragazze, agghindati ognuno negli abiti tradizionali che si differenziano per ogni gruppo. Una ricchezza di vestire e colori che fanno di questa festa, in cui si onora la Madonna della Candelaria, una manifestazione assolutamente originale della cultura aymara e quechua, che considera sacro il lago, dalle cui acque, secondo la leggenda, sarebbero emersi Manco Capac e Mama Oclo, fondatori degli Incas. La ricorrenza inizia con sciamani e offerte alla Pachamana (la madre Terra), con danze tipiche accompagnate da originali musiche andine. I festeggiamenti durano diversi giorni con sfilate lungo le strade di Puno. Un misto di devozione cristiana e pagana. Puno è poi la cittadina più grande del lago di Titicaca, capoluogo della provincia omonima, e conta oltre centomila abitanti. Quel 2 febbraio Gianni Pais aveva assistito alla messa del Vescovo di Puno ed, anche per festeggiare la data di nascita della mamma Rina, era entrato in un ristorante dove, casualmente, pure la cameriera che lo serviva si chiamava Rina. Così i due, durante il pranzo, fra un piatto e l'altro, hanno fraternizzato. Alla fine Gianni viene invitato dai titolari del ristorante a bere qualcosa con loro perché, gli dicono, il nonno Santo Antonio Secchi, era originario di Venezia. Gianni ha quindi modo di conoscere sia Jorge e la moglie Justina che i loro figli Aida e Giorgio. La famiglia possiede ben tre ristoranti nel centro di Puno, lungo la via pedonale, ed è orgogliosa delle proprie ascendenze italiane. Nei giorni successivi Pais Bechèr rivede i membri della famiglia Secchi, che gli chiedono di indagare sulle loro origini. Esaminati i documenti si accorge con stupore che il loro nonno era un agordino, nato a Falcade da genitori valligiani, e subito promette che una volta ritornato in Italia avrebbe svolto una seria ricerca sulla provenienza famigliare. Ma rientrato in Italia, non ottenendo risposte né dal Comune né dalla Parrocchia, l'inevitabile interlocutore diventa allora il suo amico di Falcade, che gli dà piena soddisfazione, riuscendo in breve a procurargli l'atto di nascita di Santo Antonio Secchi, fu Sebastiano e Maddalena Murer, nato il 31 ottobre 1869 (grazie al quale i discendenti potranno richiedere anche la cittadinanza italiana). Santo era emigrato giovanissimo come muratore in Svizzera. E' probabile però che il giovane abbia frequentato corsi e scuole nella località di emigrazione, perché la sua professione risulterà in seguito quella di architetto (è ipotizzabile che abbia raggiunto la maturità europea come geometra). Lasciata l'Europa, Santo Secchi emigra in Perù, a Cuzco, l'antica capitale degli Incas dove, in data imprecisata, si sposa con Antonia Espinosa, di nazionalità peruviana. Siamo verso la fine del primo decennio del Ventesimo secolo. Il primo figlio, Alberto, nasce nel 1912, poi seguono altri: Lucilla, Venezia, Maria, Sebastiano e Jorge, l'ultimo, nato il 16 dicembre 1922 che attualmente risiede ad Arequipa, la città Bianca, con sua moglie Justina. La famiglia Secchi lavora sodo per tre generazioni, quasi un secolo. E' dura la vita dell'emigrante, ma carattere e volontà non mancano. Oggi quei sacrifici sono ripagati dalla proprietà di ben tre ristoranti: "Especialidad del Lago" e "Ristorante del Folclore" (entrambi di Aida) e "da Giorgio", in Calle Lima a Puno, considerato uno dei migliori del Perù. Anche la loro dinastia gode di molta notorietà e stima: Alessandro, altro figlio di Jorge, è politicamente impegnato e si presenterà candidato per un seggio nel Parlamento peruviano, nella lista del sindaco di Lima. L'amico falcadino ricorda che una ventina d'anni fa era stato chiamato da un impresario locale, che doveva ristrutturare una casa (quella dei Secchi "Ogna" della borgata di Còl de Rif), a liberare i locali dalle cianfrusaglie lasciate da un'anziana signora scomparsa da poco. Si trattava di documenti, vecchie fotografie, di qualche pubblicazione religiosa. Ma si ricorda anche di una fotografia che recava impressa l'immagine di un uomo, certamente falcadino, con una compagna dalle sembianze andine. E così, dopo un rinnovato scartabellare fra le tante carte, riscopriva la foto di Santo Secchi assieme alla moglie Antonia Espinosa, realizzata verso il 1910 dal fotografo Luis Alvigna di Cuzco. Una immagine preziosa, come del resto lo sono tutte quelle che hanno il sapore del tempo e che nemmeno i discendenti dell'architetto, che dai 1145 metri sul livello del mare di Falcade era finito a Cuzco, quasi a quattromila metri di altitudine, conoscevano. In essa i Secchi peruviani hanno potuto scoprire le sembianze della nonna e bisnonna Antonia. Gianni Pais Bechèr ha colto nel segno ed è riuscito anche questa volta a compiere un'opera di grande umanità. Ora le telefonate e le mail fra il Perù e le Dolomiti sono assai frequenti: i Secchi, famosi ristoratori del Lago di Titicaca, verranno presto in visita a Falcade e Auronzo, per scoprire e conoscere i luoghi delle loro radici.
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