«Compro oro» irregolari: multe a raffica

Un migliaio di euro per diversi rivenditori che tenevano male i registri. Alcuni hanno anche modificato gli oggetti
- Vere collane d'oro: anche quelle che avevano venduto i due campani sembravano autentiche ma erano patacche di nessun valore
- Vere collane d'oro: anche quelle che avevano venduto i due campani sembravano autentiche ma erano patacche di nessun valore

BELLUNO. La polizia torna dai «Compra oro» e fioccano le multe: mille euro e spiccioli di sanzione amministrativa a cinque o sei titolari di attività che non tenevano in regola i registri.

Un nuovo blitz della squadra di polizia amministrativa della questura di Belluno, dopo quello di alcuni mesi fa che aveva portato ad analoghi epiloghi tra gli stessi Compro e rivendi oro della provincia.

La crisi economica si fa sentire e sempre più bellunesi ricorrono a queste attività per convertire in euro i pochi monili che rimangono: ma i gestori dei Compro oro hanno l’obbligo di sottostare ad una serie di norme che regolano il settore e che non sempre vengono rispettate. A disporre la nuova ondata di accertamenti è stato lo stesso questore Attilio Ingrassia. Le verifiche si sono concentrate sulle attività di Belluno città, poi del Feltrino e del Cadore: oltre una decina gli esercenti che fanno acquisto e vendita di oggetti preziosi che hanno ricevuto la squadra di polizia.

E i nodi sono venuti al pettine, nonostante il settore fosse già stato sottoposto a simili verifiche.

Irregolarità amministrative soprattutto sui registri: nel Bellunese, dagli accertamenti è emerso che alcuni dei titolari avevano infatti omesso di indicare nei registri di carico e scarico della merce i completi dati identificativi relativi ai venditori dell’oro usato.

Anche nel Feltrino i controlli hanno fatto rilevare delle irregolarità sulla trattazione degli oggetti preziosi acquistati dai privati.

Anche un caso particolare, quello nel quale si sono imbattuti gli agenti coordinati dal primo dirigente Luca Migliorini: ci si è accorti infatti che la merce era stata alterata. Prima dei dieci giorni dall’acquisto dell’oro, i monili sarebbero stati alterati in modo tale da renderli non corrispondenti e riconducibili alle caratteristiche indicate nella descrizione del registro di carico e scarico.

Come se si trattasse di oggetti preziosi diversi.

I controlli effettuati avevano lo scopo di evitare che valori in generale, e di un certo ammontare in particolare, possano essere oggetto di riciclaggio e questo tipo di condotte, spiegano dalla Questura, si pongono in contrasto con questa esigenza di monitoraggio.

Dunque sono scattate le sanzioni: le irregolarità erano amministrative e sono state comminate le relative multe.

Cinque o sei i rivenditori che sono stati multati di 1.032 euro, cioè della sanzione amministrativa pecuniaria prevista dalla normativa di settore. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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