Compro oro, boom di negozi e clienti

I bellunesi vendono di tutto perfino le capsule dei denti e i monili antichi
Il Compro oro di via Caffi
Il Compro oro di via Caffi
 
BELLUNO.
Non solo crisi. Ma anche voglia di cambiare, e per qualcuno, perchè no, un'occasione per fare business. Stanno fiorendo anche in provincia di Belluno i tipici e riconoscibili negozi del Compro oro. Tre quelli operativi nelle vie del centro di Belluno, tra piazza Santo Stefano, Piazza Duomo e via Caffi. E in questo periodo, come racconta chi ci lavora, i clienti non mancano.
 Chi porta l'anello, chi la collana o la spilla. «E c'è anche chi viene con le capsule d'oro dei denti», dice Roberto del negozio di via Caffi. Che aggiunge: «Ma noi qui accettiamo anche monete d'oro, orologi e comunque qualsiasi oggetto d'oro o argento. Abbiamo aperto a maggio, prima facevo il cuoco, poi sono rimasto a piedi e così un amico mi ha proposto questa attività che non va male», ammette Roberto che puntualizza: «Qui vediamo persone di tutti i tipi, da chi vende gli ori per aiutare il nipote magari a studiare all'università a chi approfitta per togliersi qualche sfizio, magari farsi la vacanza o arrontondare». Ma secondo quanto rilevano gli operatori, chi si avvicina a queste realtà non sempre è preso con l'acqua alla gola.  «Molto spesso sono persone che vogliono liberarsi di oggetti che non usano più, magari vecchi, oppure che ricordano una relazione finita male e quindi vogliono sbarazzarsene guadagnando qualcosa per acquistare altre cose più alla moda», precisa Cinzia di Ventiquattro karati Gold in piazza Santo Stefano, che prima faceva la commessa.  Vari i motivi che spingono le persone ad avvicinarsi a questo servizio, e variegata la tipologia degli stessi utenti: persone di tutte le età, di tutte le classi sociali, dagli anziani ai giovani, dai 30enni ai 60enni, dal meno abbiente a chi "sta bene".  «E' difficile dire perchè uno vende degli oggetti di famiglia, anche perchè solitamente sono persone riservate», dice Isabella, titolare del negozio in piazza Duomo e orafa che però fa presente un particolare molto interessante: «Se nei mesi scorsi il flusso di clienti era costante, da quando i mass media hanno detto che l'oro è un bene rifugio in caso di un crollo della borsa, devo ammettere che ho notato un leggero calo di clienti. O forse saranno le ferie estive». Isabella evidenzia anche come le abitudini delle persone siano cambiate. «Prima la gente ci teneva ai ricordi di famiglia e li custodiva, anche se magari erano passati di moda, ora invece è diverso».  Quando si entra in questi negozi dall'arredamento spartano, l'effetto è particolare. Un bancone, alcuni acidi per provare l'autenticità e la caratura dell'oro, i bilancini, le calamite «tutti elementi per capire se siamo di fronte ad un oggetto d'oro autentico», dicono Roberto e Cinzia.  Ma la procedura di vendita è molto rigida e controllata. «Per ognuno che vende, dobbiamo compilare un modulo in cui riportiamo nome, cognome, estremi del documento di identità, descrizione dell'oggetto venduto e la provenienza. Poi dobbiamo compilare un registro consegnato dalla questura in cui mettiamo gli stessi dati e questo serve per i controlli delle forze dell'ordine», spiegano tutti per ribadire che le cose sono sicure. Da qui poi l'oro viene mandato alle ditte che lo fondono per farne lingotti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi