Colonnello medico degli alpini finisce sotto inchiesta per falso

Il pm Marcon gli contesta di aver attestato nei libretti sanitari visite quindicinali mai eseguite Tra i militari c’è anche Francesco Finessi, un giovane morto a vent’anni per un linfoma non Hodgkin
Di Marco Filippi

BELLUNO. Un tenente colonnello degli alpini si trova sotto inchiesta per falso materiale ed ideologico. Secondo l’accusa, formulata dal sostituto procuratore Simone Marcon, l’ufficiale, Nicola M., classe 1961, all’epoca dei fatti capitano medico del 16° reggimento di stanza alla caserma “Salsa” di Belluno, avrebbe attestato falsamente nel libretto sanitario di alcuni militari di leva di aver eseguito le visite mediche periodiche con cadenza quindicinale, quando, invece, non sarebbero mai state effettuate.

Tra i militari in questione v’è anche Francesco Finessi, un giovane della provincia di Ferrara, morto nel dicembre del 2002, dopo il servizio militare, del cui caso si sono interessati i mass-media nazionali, grazie anche ai genitori, in particolare alla mamma Santa Passaniti, che non si è mai data per vinta ed ha voluto vederci chiaro sull’anomalo decesso del figlio.Francesco Finessi morì in un ospedale di Genova all'età di vent'anni, il primo dicembre 2002, per un linfoma non Hodgkin.

Dopo l'addestramento compiuto a Merano, aveva operato per diversi mesi a Belluno, e la madre da 10 anni ha ingaggiato una sua personale battaglia per dimostrare che la colpa è dei vaccini. Analisi di sangue e sperma del figlio dimostrarono la presenza di elevate quantità di metalli esistenti nei vaccini. «Si tratta - afferma Santa Passaniti - di patologie che hanno mietuto più vittime tra i militari di stanza in Italia che quelli impegnati all’estero per la vicenda dell’uranio impoverito».

Secondo la donna, durante il servizio militare, il figlio sarebbe stato letteralmente “bombardato” di vaccini. E soprattutto gli sarebbe stato somministrato per due volte il vaccino antitifoideo attraverso il “Neotyf”, un medicinale che poi il Ministero della Salute, nel gennaio del 2002, ritirò dal commercio, adducendo “ragioni di mercato”. «Mio figlio - continua Santa Passaniti - è stato vaccinato con quel medicinale sia al Centro addestramento reclute di Merano che durante il servizio militare a Belluno. Perché tutto questo?»

L’inchiesta che coinvolge il tenente colonnello parte proprio dalla denuncia dei genitori del militare morto. Nel capo d’accusa, il sostituto procuratore Marcon contesta all’ufficiale anche “di aver attestato che il 15 novembre 2000 Francesco Finessi era stato sottoposto a visita medica, mentre quest’ultimo in realtà era a casa in congedo per malattia ed, inoltre, per aver omesso di riportare nel libretto sanitario del militare informazioni riguardanti la vaccinazione antitifoidea mediante somministrazione del vaccino Neotyf in corrispondenza del quale risulta apposto un asterisco, mentre dal registro interno delle vaccinazioni risulta effettuata in data 2 aprile 2001 per via orale”.

Un capo d’accusa corposo, dal quale il militare avrà l’opportunità di difendersi a partire dall’udienza preliminare.

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