Chiesa San Liberale, servono 100 mila euro

Terminato il recupero del campanile e del tetto, ora bisognerà intervenire sulle fondamenta

BELLUNO. Serviranno altri contributi per avviare le ultime due fasi di restauro della chiesetta di San Liberale, il secolare luogo di culto ai piedi del monte Serva.

Completati il recupero del campanile e il rifacimento della copertura, i prossimi step prevedono l’intervento a fondazioni e a intonaci. Ma per poter procedere saranno necessari dei fondi: «Circa 100 mila euro», ha detto l’architetto Andrea Moro, che si sta occupando del restauro e che ieri ha spiegato l’iter dei lavori. L’auspicio è che possano arrivare contributi da Fondazione Cariverona (a un cui bando è stato presentato un progetto) e Regione.

Intanto l’Abm ha inserito la chiesetta di San Liberale come “luogo del cuore” nel censimento promosso dal Fai: «Finora abbiamo raccolto circa 4 mila firme», ha sottolineato la vice presidente Abm Patrizia Burigo. «Dobbiamo ringraziare tutti i nostri associati, famiglie, consiglieri e gruppo giovani, che in questi mesi hanno “presidiato” mercati e piazze di tutta la provincia per raccogliere le firme. L’appello è affinché si continui a votare, anche on line». C’è tempo infatti fino a novembre. L’obiettivo è arrivare tra le prime posizioni nella classifica nazionale, avendo quindi maggiori possibilità di presentare al Fai una richiesta di intervento.

Le prime fasi di restauro della chiesetta sono state completate grazie a contributi Cei (8 per mille). Ma c’è ancora parecchia strada da fare: «Le fondazioni hanno assorbito umidità e la portano ai muri», ha precisato Moro. «L’operazione di rifacimento sarà costosa. Nel 1985 una parte delle fondamenta era stata recuperata, ma ora bisogna procedere con l’altra. Si tratterà poi di avviare l’intera intonacatura esterna».

I lavori più urgenti e necessari per fermare il degrado della chiesetta erano invece iniziati i primi di settembre 2013 e, dopo la pausa invernale, erano ripresi e ultimati a fine maggio 2014. Una volta ottenuti i pareri favorevoli della Soprintendenza dei Beni Architettonici di Venezia, gli interventi, commissionati dalla parrocchia di San Pietro Apostolo di Sargnano, sono stati eseguiti dall'impresa Edilsystem di Farra d'Alpago, coadiuvata dal restauratore Antonio Da Ronch di Feltre e diretti, appunto, dall’architetto Moro. «La chiesetta è un vero e proprio monumento», ha evidenziato quest’ultimo, «quindi l’obiettivo è stato mantenerne le caratteristiche di autenticità e originarietà, con un lavoro certosino improntato a recupero e conservazione dei materiali».

Dopo le verifiche di Silvana Rotondo, ispettrice per Belluno della Soprintendenza, anche il campanile è stato oggetto di tecniche specifiche di intervento. E il ripristino della parte lignea portante delle travature è stata seguita dal rifacimento della copertura, effettuata mantenendo gran parte delle lastre di pietra originarie. «Per l’impermeabilizzazione sono state utilizzate resine epossidiche, di basso impatto ed elevata durata», ha aggiunto Moro. «Siamo poi riusciti a scaricare il 30% del peso delle lastre, che andavano a flettere le travi creando crepe».

Tra le attività portate avanti per raccogliere fondi per la chiesetta, continua l’impegno dell’Associazione emigranti e lavoratori dell’Oltrardo, «che dal 1903, anno di nascita, porta sulla propria bandiera simbolo le effigi di San Liberale e di Santa Barbara», ha ricordato il presidente Angelo Bortot. Nel 2016, in occasione del 50° dell’Abm, la chiesetta di San Liberale sarà intitolata a tutti gli emigranti bellunesi. «Come Fai di Belluno, per i nostri “luoghi del cuore” stiamo superando le 10 mila firme», ha commentato Caterina De March, vice capo delegazione Fai Belluno. «Siamo molto soddisfatti e invitiamo tutti i cittadini a continuare a votare».

Martina Reolon

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