Chiesa di San Liberale a Belluno, danneggiato il tetto

BELLUNO. Piove sul bagnato. Il forte nubifragio che mercoledì della scorsa settimana ha colpito la Valbelluna, con pioggia, fulmini, forti raffiche di vento e schianti di alberi, non ha risparmiato la chiesa di San Liberale, gioiello sacro alle pendici del monte Serva. «Il vento ha divelto, in diversi punti, la copertura in piombo che copre il colmo del tetto», spiega don Francesco Soccol, parroco di Cavarzano, che da qualche mese sta seguendo le vicende del luogo di culto che conserva memoria storica del periodo altomedioevale, con la classica impostazione a croce latina, cripta e abside sopraelevato.
«Nei giorni scorsi», continua il parrocco, «ho mandato una lettera al Comune, chiedendo che si tenga conto anche della chiesa, nel caso dovesse essere dichiarato lo stato di calamità naturale. Tra l’altro, a differenza degli altri luoghi di culto della parrocchia, San Liberale non è assicurata».
I danni causati dal maltempo proprio non ci volevano, anche perché vanno a colpire uno dei punti della chiesetta che erano stati di recente sistemati. I lavori più urgenti e necessari per fermare il degrado della chiesetta erano infatti iniziati i primi giorni di settembre 2013 e, dopo la pausa invernale, erano ripresi e ultimati a fine maggio 2014.
Una volta ottenuto il parere favorevole da parte della Soprintendenza dei Beni Architettonici di Venezia, gli interventi, commissionati dalla parrocchia di San Pietro Apostolo di Sargnano, erano stati eseguiti dall’impresa Edilsystem di Farra d’Alpago, coadiuvata dal restauratore Antonio Da Ronch di Feltre e diretti dall’architetto Andrea Moro.
Tra l’estate e l’autunno 2014 le opere erano state ultimate e avevano interessano proprio la copertura, che era stata rifatta, e il campanile.
I passaggi successivi avrebbero previsto l’intervento alle fondazioni e agli intonaci, ma mancano le risorse necessarie per portarli a termine, come precisato da don Soccol.
Per i lavori al tetto la parrocchia ha tra l’altro ancora un debito nei confronti delle ditte di circa 52 mila euro, per cui è stato aperto un mutuo. E, fintanto che questo debito non sarà saldato, non si inizieranno ulteriori lavori.
«Ora, i danni provocati dal maltempo saranno tra i tre e i quattromila euro. Non una cifra altissima, ma proprio non ci voleva», commenta il parroco, ricordando che in questi anni i fondi per la chiesetta sono stati ricavati tramite i contributi Cei, ossia l’8 per mille, grazie all’Abm (San Liberale è stata proprio di recente intitolata a tutti gli emigranti bellunesi) e all’Associazione emigranti e lavoratori dell’Oltrardo, che si sono impegnate in diverse iniziative e i cui soci hanno fatto anche donazioni personali. «Come si diceva, per riuscire a sistemare la chiesa abbiamo bisogno di altre risorse», sottolinea don Soccol, «quindi la raccolta fondi continua e chi vuole dare una mano può contattarci».
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