Cencenighe, chiude anche la storica trattoria Al Sole

Via Roma perde un'altra attività. Manfroi: «Si pensa a Luxottica e non ai piccoli»

CENCENIGHE. Chiude anche la trattoria “Al Sole” e su via Roma rischia di calare la sera.

A volte con le parole si gioca, ma in questo caso esse servono davvero per fotografare la realtà.

Uno dei locali storici di Cencenighe, la cui alba è datata a fine '800, ha sospeso l'attività.

Riaprirà?

Non si sa, qualche interessamento c'è, ma è presto per dirlo. La saracinesca abbassata della trattoria “Al Sole” fa il paio con quella dell'ottica Mottes che l'anno scorso ha spostato l'attività a Taibon e prima ancora con quella del barbiere. Resistono il panificio, una pizzeria, la lavasecco, la cooperativa, un negozio per animali, tre bar, da poco ha aperto una sartoria, ma è il clima generale a far preoccupare gli abitanti di Cencenighe che vedono morire piano piano quello che nei decenni precedenti era stato il centro della vita del paese.

Tra gli anni '70-'80 del secolo scorso, Cencenighe si era sviluppato anche in via XX settembre (quella che passa davanti al Nof Filò) con la fioritura di vari locali e attività. Ma via Roma non ne aveva risentito. In molti ricordano ancora le numerose auto parcheggiate sui marciapiedi che certo creavano qualche problema alla viabilità, ma almeno dimostravano una vitalità.

Oggi, invece, la questione è diversa, tanto che qualcuno afferma che «se Cencenighe aveva una vocazione commerciale, ormai l'ha persa».

Secondo Massimo Manfroi, titolare della trattoria “Al Sole”, anche per colpa delle amministrazioni che non hanno dato nel tempo la giusta attenzione alla realtà imprenditoriale. «Chiudo a malincuore» dice Manfroi, la cui famiglia gestiva l'attività dagli anni '60 «per questioni personali, ma anche per una situazione che nel tempo si era fatta pesante. Il giro era ottimo, ma bisogna farsi il mazzo per far quadrare i conti e quando si sovrappongono anche altre cose diventa difficile. La mia intenzione è quella di darlo in gestione e mi rasserena il fatto che, nonostante non abbia fatto pubblicità, siano già venuti dei giovani mostrando un interessamento».

Per Manfroi, come detto, il problema è però a monte. «I commercianti vivono una realtà molto dura» spiega «ci sono spese spaventose e ci vuole fisico per andare avanti. Nel tempo, ma forse anche oggi, per gli amministratori è stato più facile guardare a Luxottica, mentre commercianti, albergatori e piccoli artigiani combattevano contro tutto e contro tutti. Ma se noi andiamo a prendere le attività alternative a Luxottica, il terziario in generale, che certo vive anche grazie all'azienda di Del Vecchio, esse non rappresentano una realtà meno importante di Luxottica stessa. C'è più o meno lo stesso personale».

«La realtà» continua Manfroi «è che i commercianti e i piccoli imprenditori sono sempre stati lasciati soli e visti come un fastidio. Sono vent'anni che sono qui e non ho mai visto la nostra classe trattata come una risorsa. Gustavo Terribile che per anni ha gestito il bar Stella mi diceva, guardando il Cima Pape, che se ci fossero stati i giapponesi ci avrebbero già fatto una miniera d'oro. E aveva ragione: noi non siamo stati capaci di valorizzare le nostre montagne. È come avere una Ferrari sotto il culo e andare in prima».

Oggi Manfroi è consigliere comunale nella maggioranza del sindaco William Faè che in campagna elettorale si riprometteva di valorizzare via Roma. Per ora ancora non ci siamo. «Il nostro imperativo resta quello» conclude Manfroi «vogliamo trovare i soldi per sistemare la via con interventi ai marciapiedi e all'illuminazione. C'è già un progetto e qualcosa si è già fatto. Via Roma è la hall di Cencenighe. Se è ben curata la gente si ferma, altrimenti passa oltre».

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