Casera i Ronch dedicata a don Francesco Cassol

BELLUNO. Un bivacco dedicato a un uomo che amava la montagna. Casera ai Ronch ricorderà la figura di don Francesco Cassol Lo ha deciso la giunta comunale nella seduta di venerdì mattina.
«La casera», spiega il sindaco Antonio Prade, «è stata restaurata nel 2009 dalla Comunità montana bellunese, utilizzando anche i soldi che erano stati recuperati dallo spostamento del ripetitore sul monte Serva. Ultimamente ci erano giunti appelli dalla famiglia Cassol, dai gruppi scout e dal Cai, per dedicare la casera al sacerdote».
La giunta ha fatto proprie queste richieste: l’edificio si chiamerà “Casera I Ronch - Bivacco don Francesco Cassol”: «Ci piace», sottolinea Prade, «l’idea che i giovani e gli escursioniti avranno un luogo dove elevare un pensiero a una persona che ha lasciato un segno molto forte nella comunità bellunese».
Casera “I Ronch” è stata sottoposta a lavori di restauro (inaugurati nell’autunno 2009), visto che versava in condizioni di totale abbandono e degrado, essendo inutilizzata dal 1945.
Un luogo, questo, ricco di importanza non solo logistica, ma anche storica: da qui, infatti, nel corso della Seconda guerra mondiale partirono i partigiani per andare a liberare i prigionieri politici rinchiusi nel carcere di Baldenich.
La casera, che sorge a 1324 metri, all'interno del territorio del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, si trova inoltre in una posizione strategica molto significativa: tra gli itinerari alpinistici che transitano in zona c'è infatti l'Alta Via delle Dolomiti n.3, frequentata da escursionisti che potranno utilizzarla come bivacco e punto di appoggio logistico.(frasal)
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