Cariverona compra a Belluno e mette in vendita a Fonzaso

FONZASO
La Fondazione Cariverona promette di investire per acquisire quanto prima il camerino Ricci, attualmente proprietà privata, ma che presto potrebbe essere reso visitabile ai turisti che frequentano il museo Fulcis. Parola del consigliere bellunese della Fondazione Cariverona, Renzo Poloni. Un’operazione che ha fatto drizzare le antenne a Fonzaso, dove, invece, la Fondazione Cariverona, proprietaria di un gioiello artistico qual è il palazzo ex Mengotti in piazza I Novembre, ha deciso di metterlo in vendita. Al suo interno alcune sale che presentano pavimenti e affreschi di assoluto valore storico e architettonico, almeno secondo Giuseppe Ivo Vettori, presidente del circolo “I Fondasin”, nonché presidente pro tempore della Pro loco di Fonzaso.
Proprio Vettori sottolinea la disparità di atteggiamento tenuto dalla Fondazione Cariverona: «Mentre viene annunciato l’acquisto del camerino Ricci a Belluno, a Fonzaso succede altro. Il caso riguarda il palazzo ex Mengotti ove ha sede a piano terra la filiale della banca Unicredit. Questo palazzo, acquistato negli anni 60 dall’allora Cassa di Risparmio di Vr Vi Bl e ristrutturato con perdita di una pregevole scalinata a chiocciola in marmo bianco di Carrara ha al suo interno una serie di notevoli affreschi in tutte le stanze».
Vettori viene all’attualità: «Il palazzo è composto da primo e secondo piano con due appartamenti e una sala per le feste affrescata finemente con pavimento alla veneziana e porte in radica con maniglie in vetro di Murano. Ebbene, la Fondazione Cariverona ha deciso di mettere in vendita l’edificio».
Vettori non usa giri di parole: «Chiedo al signor Poloni come mai a Belluno la Fondazione compera stanze da privati per metterle a disposizione del pubblico, mentre a Fonzaso dove basterebbe mettere il bene a disposizione della comunità si mette tutto in vendita. Penso che il 70 per cento della popolazione di Fonzaso non abbia mai potuto vedere questo gioiello visto che è sempre chiuso». —
R.C.
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