Carcere, crescono le aggressioni contro le guardie penitenziarie

Nel 2018 sono passate da 57 a 74. A Baldenich sono già oltre 230 gli eventi registrati, tra autolesionismo e proteste



Sempre più complessi la gestione e i problemi dei detenuti, tanto da far aumentare gli eventi critici a cui devono far fronte gli agenti penitenziari che sono, però, in numero inferiore rispetto alla pianta organica. Sono queste le problematiche emerse ieri nel corso della celebrazione del 202° anniversario della fondazione del corpo della polizia penitenziaria svoltasi al carcere di Baldenich.

Oltre alle autorità civili, sanitarie, del volontariato, religiose e militari presenti, e ai saluti giunti dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e dal capo del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Francesco Basentini, rilevanti gli interventi del comandante del reparto Domenico Panatta e della direttrice Tiziana Paolini.

I dati dell’attività 2018

Il comandante del reparto, Domenico Panatta, fornendo alcuni dati sull’attività svolta all’interno del carcere di Baldenich nel 2018, ha sottolineato gli «sforzi continui che sono richiesti al personale che conta oggi 83 agenti contro i 95 stabiliti dalla pianta organica. Proprio questo divario», ha precisato Panatta, «costante nel tempo, valorizza ulteriormente l’impegno profuso con cui sono stati affrontati i 344 eventi critici del 2018 e gli oltre 230 dell’anno in corso».

Tra gli eventi critici del 2019, il comandante ha citato «le 70 manifestazioni di protesta individuale, i 42 atti turbativi dell’ordine e della sicurezza, i 28 scioperi della fame e della terapia, una manifestazione di protesta collettiva, i 56 gesti autolesivi e i 4 episodi di aggressione tra detenuti». Dati in leggero calo rispetto al 2018, mentre sono in aumento «le violazioni delle norme penali, cioè le azioni contro gli agenti o il personale civile che opera nel carcere passate da 57 a 74», ha detto Panatta che ha ricordato i 58 episodi di minacce e oltraggi e resistenza a pubblico ufficiale, le cinque aggressioni nei confronti del personale e le 9 minacce di violenza nei confronti del personale civile, personale che entra in carcere per far lavorare i detenuti, o anche per curarli o far svolgere loro alcune attività ricreative. Importanti anche le attività di controllo nel carcere durante le quali sono stati rinvenuti due coltelli, piccoli quantitativi di sostanze stupefacenti e cellulari.

le criticità

Anche se attualmente i detenuti sono 79 rispetto ad una capienza massima di 90, la direttrice Tiziana Paolini ha evidenziato le crescenti difficoltà nella loro gestione. «Il compito degli agenti carcerari è divenuto negli anni sempre più gravoso, data la coesistenza di svariate problematiche che hanno reso il loro lavoro più complesso. Tra i vari problemi ci sono le modalità via via più delicate e difficili da seguire nella gestione della popolazione detenuta, categorie molto diverse tra loro per condizioni socio economiche e psicofisiche, cultura, abitudini esigenze tanto che ad ognuna necessita di specifici approcci e non soltanto sul piano squisitamente dei trattamenti. Molti sono i detenuti», ha precisato Paolini, «con problemi psichici difficili da gestire tanto che crescono gli eventi critici interni. Si tratta di detenuti non riconosciuti come semi infermi i cui reati, però, spesso, sono legati a questa loro condizione psichica. E la loro gestione ci impegna molto». Impegnativa resta anche la sezione per la tutela della salute mentale che conta oggi sei detenuti e che entro qualche anno dovrebbe essere trasferita a Padova. Positivo il fatto che il 60% dei carcerati è impegnato in attività lavorative grazie alle cooperative Sviluppo e lavoro e a Società Nuova. «Sono state incrementate le lavorazioni per la Fedon con l’arrivo di un nuovo macchinario e continua l’assemblaggio per le macchine da caffè». —



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