Cadore Scs, arrivano i giapponesi

PIEVE DI CADORE. Il Cadore dagli occhi a mandorla. Una rappresentanza dell’unione nazionale delle cooperative di consumo giapponese ha fatto visita nei giorni scorsi alla cooperativa Cadore Scs per un confronto, durato diverse ore, nel quale non sono mancate domande e curiosità su svariati aspetti del fenomeno cooperativo operativo nel Bellunese, considerato un’eccellenza non solo italiana ma internazionale.
A favorire l’incontro tra due realtà tanto distanti e così diverse è stata l’organizzazione internazionale del lavoro che, negli anni scorsi, aveva già collaborato con la Cadore Scs.
Dalle parole all’incontro, in territorio cadorino il 16 maggio, il passo è stato poi breve.
La delegazione giapponese ha raggiunto le Dolomiti come prima di due tappe italiane (la seconda era a Bologna); e le attenzioni si sono concentrate sull’innovativa forma d’impresa definita dai professionisti del settore “cooperativa di comunità” che ben rappresenta l’idea di reinventare il lavoro in maniera strategica per lo sviluppo territoriale. Il presidente della cooperativa Cadore Scs, Pasquale Costigliola, accompagnato nell’occasione dal direttore Umberto Farenzena, dal responsabile del settore progettazione Michele Pellegrini, dalla direttrice dei servizi Eleonora Cesco Gaspere e dal responsabile richiedenti asilo Luca Valmassoi, si sono confrontati con Haruyoshi Amano, manager delle relazioni pubbliche internazionali dell’unione nipponica, e con Kanako Miyazawa, senior international officer. «L’incontro della scorsa settimana segna l’inizio di una nuova collaborazione transnazionale che potrebbe portare nella nostra provincia una delegazione di top manager cooperativi giapponesi già nel prossimo autunno», spiega Pasquale Costigliola, «un’importante occasione di confronto tra modelli differenti. Siamo molto soddisfatti di essere stati segnalati come esempio nel mondo della cooperazione».
Per la cooperativa Cadore Scs non è il primo riconoscimento conseguito negli ultimi tempi.
Solo pochi mesi fa la Scs ha ottenuto infatti il logo “Welcome. Working for refugee integration” istituto dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr). L’esperienza di gestione dei migranti portata avanti dalla Cooperativa è stata presa ad esempio da numerose realtà italiane.
«La Cadore è nata per dare risposta alla crisi occupazione del distretto dell’occhiale e per andare incontro ai bisogni di soggetti svantaggiati che, altrimenti, graverebbero sulle spalle della comunità»,conclude Costigliola, «quest’anno, in occasione del decennale della cooperativa, sono previsti diversi eventi. Ci sarà un appuntamento con i soci in occasione dell’assemblea per il bilancio. Poi, a settembre, faremo un convegno in cui due personalità importanti tratteranno il tema della cooperazione sociale in Italia e quello della montagna e delle aree interne».
Gianluca De Rosa
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