Cadore Scs, a Tai un nuovo laboratorio per inserire disabili

La presidente della Cooperativa illustra ambiziosi scenari

«Allargheremo gli spazi per poter accogliere più gente»

Francesco Dal Mas
I lavori in corso per allestire la sede di Tai della Scs Cadore
I lavori in corso per allestire la sede di Tai della Scs Cadore

Nuovi orizzonti di lavoro – e di integrazione di disabili – per la Cadore Scs, la più grande cooperativa sociale della provincia di Belluno.

«Siamo al lavoro per la costruzione del nuovo spazio che sarà dedicato ad un importante progetto, iniziato già nel 2017, che si occupa della lavorazione di minuterie per occhiali, bigiotteria e accessori moda e ad un altro progetto per noi molto importante», fa sapere la presidente Alessandra Buzzo, «ossia il “progetto Mosaico” che sta continuando il suo percorso di collaborazione con le aziende del territorio».

Il laboratorio ha 13 addetti: 4 sono persone inserite da altrettante ditte esterne che, per questo, mettono a disposizione le commesse di lavoro. L’inserimento dei diversamente abili, previsto dalle norme di legge, avviene dunque all’esterno delle ditte, quindi all’interno della Cadore Scs. Finora l’attività si svolgeva a Lozzo, ma qui la Cooperativa sta ristrutturando una fabbrica, per trasferirvi gli uffici ed il centro di ristorazione, attività anch’essa molto avviata. Il laboratorio, dunque, viene trasferito a Tai , in uno stabile che è la sede storica della Cooperativa.

«Questi spazi verranno addirittura ampliati», anticipa Buzzo, «perché abbiamo in progetto di sviluppare ulteriormente la nostra attività di inserimento, quindi dando lavoro anche a più persone normodotate, oltre a quelle che devono accompagnare nell’esperienza lavorativa e di socializzazione».

Le occhialerie (ma non solo) che affidano le loro commesse sono più che soddisfatte del lavoro di minuteria che viene svolto, per cui la presidente si dice certa che altre realtà produttive si faranno avanti prossimamente. Dall’altra parte, a Lozzo, in una sede finalmente di proprietà – per cui la Cadore ha il merito di rigenerare una vecchia fabbrica, che rischiava di risultare un ingombro – la cooperativa incrementerà le prestazioni del Centro di cottura che serve numerose mense, soprattutto scolastiche, ma che per conto delle Unioni Montane porta a destinazione anche i pasti degli anziani o di chi, comunque, ha bisogno di questo servizio. D’estate, nel pieno delle attività, la Cadore dà lavoro a 250 persone. Le attività più sviluppate sono quelle della cura dell’ambiente e dei servizi alla persona. Ma, considerata la ripresa della manifattura, Buzzo e collaboratori ritengono di potersi inoltrare anche nei settori delle produzioni.

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