Cacciatori in festa con i trofei

CENCENIGHE. Cacciatori in festa per la 23 volta. Al Nof Filò l’edizione 2018 della « mostra dei trofei di caccia dell’Agordino», organizzata dal distretto venatorio. Nella vallata sono presenti 15 riserve da Agordo a Livinallongo. Soddisfatto della riuscita della manifestazione è il presidente del distretto venatorio Agordino Alberto Colleselli: «Siamo molto contenti di ritrovarci ancora una volta qui a Cencenighe. Noi organizziamo questa giornata sia per mostrare agli appassionati e non i nostri trofei, ma soprattutto per controllare com’è la situazione del prelievo degli ungulati in Agordino». La rassegna serve infatti alla Provincia per verificare se i trofei esposti siano regolari come prescritto dai piani di abbattimenti. Dall’età dei cervi e dei camosci inoltre si può vedere lo stato di salute degli ungulati. Recentemente infatti l’alto Agordino ha avuto un’eccessiva mortalità invernale dei cervi. Colleselli spiega quale sia il vero obiettivo della sua associazione: «Voglio sottolineare una cosa: noi siamo qua per fare propaganda al nostro bellissimo territorio. La nostra è un’associazione che opera sul territorio facendo volontariato, come nella sistemazione dei sentieri ecc. Il mio desiderio è di collaborare anche con le istituzioni per il bene del nostro Agordino. I il fatto che oggi premiamo i capi più vecchi», continua Colleselli, «è perché il cacciatore vero non va solo a selezionare gli animali più belli, ma deve scegliere le prede anche in base al loro stato fisico, per salvaguardare l’ecosistema e la popolazione dei cervi». Si è parlato anche del ritorno dei lupi: un problema non per i cacciatori, visto che l’animale non è cacciabile, ma per turismo e agricoltura. Su questo tema è stato interpellato anche il consigliere regionale Franco Ghidoni: «In Regione siamo molto sensibili al tema della caccia e anche al ritorno dei grandi predatori e in merito la Regioe sta promuovendo iniziative sul territorio. Con la fine dell’anno partirà il nuovo piano faunistico venatorio. Quanto al lupo, posso dire che il suo ritorno crea qualche problema sull’organizzazione delle attività umane. Capiamo le esigenze del mondo agricolo. C’è un progetto europeo per la tutela di questi grandi predatori e credo vada trovato il giusto equilibrio. Purtroppo come Regione non possiamo prendere grandi iniziative, anche perché in questo momento non abbiamo un governo che dovrebbe legiferare su questo tema».
Premiati 25 cacciatori: da sottolineare quella di Stefano Devich per il cervo più vecchio e l’attestato per i 55 anni in associazione. Riconoscimento alla giovane Sara Vallata di S. Tomaso.
Matteo Manfroi
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