Caccia ai soldi per collegare la “regina” Cortina con il Sellaronda

Il governatore Luca Zaia rispolvera il vecchio progetto «Servono 64 milioni, la metà arriverà dagli impiantisti» 

CORTINA

Sull’onda dell’entusiasmo, Luca Zaia, presidente del Veneto, rilancia su Cortina. «Le Olimpiadi sono già nostre o quasi; continuerò a presidiarle». «La mia nuova sfida», anticipa, «è di collegare, attraverso nuovi impianti, Cortina con Arabba e il Civetta con Cortina, per completare il SellaRonda. Un impegno da 64 milioni, gli impiantisti sono disponibili a investire la metà, l’altra parte la dobbiamo trovare».

Zaia, guarda caso, sceglie ancora una volta l’ospedale di Conegliano per cimentarsi col futuro. Il 2 febbraio aveva lanciato la scommessa di Cortina inaugurando un reparto a Conegliano, la sua città; ieri ha ripetuto il gesto quasi scaramantico, annunciando l’ospedale nuovo. «Gli ambientalisti ci diano una mano», aggiunge. «Assicuriamo loro non solo di coinvolgerli, ma di lavorare con il criterio della piena sostenibilità».



Secondo Zaia, i Mondiali del 2021 dovrebbero vedere i cantieri già aperti per questo supplemento di rete, in modo da completarli per i Giochi invernali. Giochi rispetto ai quali il governatore non vuol cedere di un millimetro da quanto prevede il masterplan. «La Valtellina vuole il Gigante maschile? Se lo sogna». Il Piemonte pretende il bob. «Se lo sognano anche loro. Per noi il bob è imprescindibile. Nel dossier c’è scritto che si fa a Cortina, sarebbe un insulto toglierlo. C’è una pista storica che va o demolita o recuperata, e portata a una visibilità internazionale». Quanto allo storico trampolino di Zuel, Zaia annuncia che sarà “monumentalizzato”, secondo un’idea condivisa anche con il sindaco Ghedina.



Se il “tridente” olimpico vincesse la candidatura, nel settembre 2019, dal Cio arriverebbe almeno un miliardo di euro. Il masterplan indica costi infrastrutturali di 376 milioni, ma Zaia anticipa che potrebbero diventare tra i 400 ed i 500 milioni. Cortina accoglierà quattro discipline: il bob, lo Skeleton, il Slittino e lo Sci alpino, una Zona Medaglie, un Villaggio Olimpico e un Centro Stampa. La spesa ammonterebbe a 35 milioni per la pista di bob, 6 milioni per aggiustamenti delle piste ereditate dai Mondiali di sci, 32, 5 milioni per il villaggio olimpico di Socol, che peraltro verrebbe trasformato successivamente in centro della protezione civile, 9 milioni per il Villaggio Stampa, a Fiames, anch’esso da rimettere in circuito come protezione civile. Complessivamente poco più di 82 milioni contro i 380 previsti dal dossier.

Lungo le piste di Col Drusciè, Olympia e Virginia troverebbero posto tribune per 5 mila posti a sedere e 10 mila in piedi. La nuova “Monti” potrebbe contare su mille posti a sede e 8 mila in piedi. Il Villaggio Olimpico di Socol riuscirebbe a raccogliere 1. 146 persone di cui 905 atleti, il Centro Media di Fiames avrebbe un’estensione di 5 mila metri quadrati, l’area delle premiazioni, al Campo Sportivo De Rigo di Fiames offrirà 8 mila posti.



Oltre che a Cortina, le Olimpiadi avrebbero per teatro la Val di Fiemme e Trento; tagliata fuori, invece, la provincia di Bolzano. A Predazzo si svolgeranno le gare di Salto e di Combinata Nordica; da investire non sarebbero più di 8 milioni di euro. Gli atleti verrebbero sistemati nel Villaggio Veronza di Carano (232 posti), quindi poca spesa. Le tribune offriranno 5 mila posti a sedere, 8 mila in piedi. Il Media Centre sarà collocato in Fiera a Trento; costi contenuti, anche in questo caso. Poco più di 90 milioni, in conclusione, tra Cortina e la Val di Fiemme.



Tra i problemi sollevati in queste ore, il più dibattuto è quello delle distanze. Tra Cortina e Milano ci sono 408 km, per coprire i quali ci vogliono da un minimo di 4 ore e 17 minuti a un massimo di 4 ore e 39 minuti. Fra Milano e Predazzo la distanza è di 295,6 km. Ci vuole un’ora in meno rispetto a Cortina. Ma, attenzione, per andare da Cortina a Predazzo, 84,6 km, il tempo minimo è di un’ora e 22 minuti, il massimo di circa 2 ore. La Commissione del Coni che ha redatto il masterplan chiede l’intervento di Rfi. Per il 2026 difficilmente a Cortina arriverà il treno. Sarebbe già un miracolo se l’elettrificazione dell’anello basso, auspicato fino a Belluno per il 2020, potesse raggiungere Calalzo. In ogni caso il parlamentare Federico D’Incà ha chiesto a Trenitalia di ripristinare la “Freccia delle Dolomiti”, fra Milano e Calalzo. E questo servizio è senz’altro fattibile. —



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