Boscaiolo ferì una vigilessa a Lozzo: c’è il rinvio a giudizio per resistenza

Sanzione amministrativa e aggressione a Pian dei Buoi ma c’è stato un risarcimento danni per le lesioni provocate con la portiera della macchina

Gigi Sosso
Una pattuglia della Polizia locale
Una pattuglia della Polizia locale

 

Boscaiolo auronzano ferì la vigilessa in prestito a Lozzo. L’uomo è stato rinviato a giudizio per resistenza a pubblico ufficiale, mentre ha già risolto la questione delle lesioni aggravate, scrivendole una lettera di scuse e versandole un risarcimento danni di mille euro. L’aggravante dell’agente di polizia giudiziaria contestata dalla magistratura è caduta in una precedente udienza e il giudice per le udienze preliminari Enrica Marson ha provveduto al rinvio a processo per la resistenza e il rifiuto di declinare le generalità.

L’udienza di smistamento è stata fissata per il 16 ottobre, davanti al giudice Federico Montalto. L’uomo è difeso di fiducia dall’avvocato Renzo Fogliata del foro di Venezia, mentre la donna si è costituita parte civile con la bellunese Raffaella Mario.

Era stata una giornata molto movimentata a Pian dei Buoi, tra Lozzo di Cadore e Auronzo, il 2 giugno dello scorso anno. Secondo la ricostruzione della Procura, il boscaiolo si trovava nelle vicinanze dei macchinari della ditta subappaltatrice di lavori boschivi appaltati dal Comune di Lozzo di Cadore, quando è arrivato un fuoristrada dal quale è scesa la donna, che nel suo ruolo di agente della polizia locale e guardia boschiva ha cercato d’identificarlo, ma senza riuscirci, anzi incassando delle frasi minacciose, come «io so chi sei, faccio quello che voglio, prova a fare fotografie e ti ammazzo, ti prendo sotto, come ti permetti di guardarmi?».

La donna gli ha contestato una sanzione amministrativa e stava tornando verso il veicolo, anche per sottrarsi alla rabbia dell’indagato, quando è stata colpita più volte con la portiera spinta come per chiuderla, soffrendo lesioni personali, che sono state refertate all’ospedale Giovanni Paolo II di Pieve di Cadore: «Trauma contusivo alla spalla, al tronco e alle braccia e contusioni giudicate guaribili in una decina di giorni». Lesioni lievi, quindi, ma aggravate dal ruolo ricoperto. La sanzione è stata pagata, in ogni caso si è aperto un procedimento penale per tre ipotesi di reato: le lesioni personali, la resistenza a pubblico ufficiale e il rifiuto di declinare le proprie generalità, mentre erano in corso dei controlli sul territorio.

Le indagini preliminari sono state delegate ai carabinieri dal sostituto procuratore Roberta Gallego e il difensore si prepara a valorizzate alcuni dei rilievi eseguiti dai militari. Non sarebbe chiaro se quel giorno la donna, effettiva in un altro Comune ma distaccata a Lozzo per l’estate, fosse o meno in servizio come agente di polizia locale e guardia boschiva; non ci sono verbali di sopralluogo datati per quel giorno e nemmeno richieste di recupero del riposo saltato quella domenica. Si annuncia una battaglia tra il legale veneziano e la comeliana Mario, premesso che nel capo d’imputazione si parla di uniforme.

 

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