Bertoli lascia nefrologia Usl 2 a caccia del sostituto

Il primario va in pensione con lusinghieri risultati nella cura delle malattie renali L’aumento dei casi mette sotto pressione il personale medico e infermieristico

FELTRE. Si è accomiatato ieri dall'ospedale di Feltre, con il bilancio consuntivo di tre anni di mandato, il primario di nefrologia e dialisi, Massimo Bertoli che consegnerà al successore un servizio flessibile e rinnovato, oltreché perfettibile a livello di logistica (i letti di nefrologia sono in un padiglione diverso da quello dove si fanno ambulatori ed emodialisi) e di rete tecnologica, legata all'impianto di distribuzione dell'acqua dialitica, ormai obsoleto. Con l'addio di Bertoli (che sarebbe stato disponibile a restare, anche in veste di consulente, se il decreto Balduzzi glielo avesse concesso) se ne va il 25 per cento del personale in organico, a fronte di una mole di lavoro che impone un concorso a tempo record per la nomina del successore.

I medici in organico (Joseph Nachtigal, Alberto Vianello e Morena Giozzet) supportati da uno staff infermieristico formato e specializzato hanno sulle spalle una mole di lavoro ai limiti della sostenibilità. Il motivo è presto detto: quando tre anni fa ha esordito il primario Bertoli, l'attività di ambulatorio è cresciuta in maniera esponenziale con l'obiettivo di “frenare” il percorso fisiologico di molti pazienti verso l'insufficienza renale (condizione che dopo i sessant'anni può entrare già in zona patologica), tenuto conto che dal punto di vista epidemiologico i feltrini sviluppano, per gli stili di vita, per l'incidenza elevata del diabete, e per il ricorso agli antireumatici, una tendenza marcata alle malattie del rene. Da qui l'importanza della prevenzione.

Come prima cosa il primario ha coinvolto tutti i medici curanti per la presa in carico di pazienti con gli esami del sangue specifici che indicano sofferenza renale e per programmare le visite in nefrologia in tempi ravvicinati, di tre mesi in tre mesi. Le impegnative con codice B sono evase in una settimana. Poi si è dato impulso alla dialisi peritoneale, selezionando i pazienti e innalzando progressivamente il numero degli stessi: dai sei del 2012 si è passati agli undici attuali. Il tutto si è tradotto, in un monitoraggio costante di residenti dell'Usl in situazioni a rischio, allontanando o ritardando di molto la malattia conclamata, si è tradotto in un aumento di lavoro da parte dell'équipe e in un marcato risparmio aziendale (l'emodialisi ospedaliera costa quasi cinquantamila euro all'anno per paziente, quella domiciliare costa la metà).

Nel 2013 sono state eseguite dall'équipe del primario Massimo Bertoli ben 1298 visite di consulenza nefrologica per pazienti esterni, compresa la comunità di Primiero, l'Alto Trevigiano e l'Alto Vicentino, rispettando sempre i tempi di attesa previsti dalla Regione, e accettando fino a 150 casi di “dialisi turistica” ogni anno. Va evidenziato che fino al 2011 l'incidenza, cioè la percentuale di nefropatici che si rivolgevano al servizio già in condizioni di compromessa funzionalità renale, era di 250 casi all'anno, il doppio rispetto alla media regionale. (l.m.)

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