Belluno: tavolo provinciale per la legge 18
Aree di cofine: all'incontro erano presenti anche i vertici di Veneto Sviluppo

Paolo Doglioni
BELLUNO.
«Istituire un tavolo tra Provincia e Veneto Sviluppo per destinare i soldi del fondo per le aree di confine in modo più consono (il timore è che la Regione voglia accentrare il fondo nelle proprie mani ndr), e distribuire le risorse non utilizzate dei fondi per il turismo o ad altre aree più bisognose». Questi i punti emersi nell'incontro di ieri in Camera di Commercio tra le categorie economiche, i tre consiglieri veneti, il presidente della Provincia e i sindacati, come riporta il presidente Paolo Doglioni. Ospiti il direttore e un membro del Cda di Veneto Sviluppo.
Sul piatto la questione della legge 18 sulle aree di confine, da cui la giunta veneta, con avvallo del consiglio regionale, ha stornato 4 milioni di euro, che tutti i presenti hanno richiesto di riavere al più presto. E' stato il consigliere Dario Bond a farsi quasi da garante. «Devono tornare sul fondo, altrimenti farò il diavolo a quattro», promette. Una scelta, però, che dovrà fare la politica, non certo i tecnici dell'agenzia veneta, come loro stessi hanno sottolineato.
La legge 18, ora senza un euro, nel 2011 porterà a un rientro di 5.3 milioni di euro e nel 2012 di 4.3 milioni (però nella seconda parte dell'anno): per i mesi precedenti, gli attori al tavolo hanno chiesto che le somme siano anticipate da Veneto Sviluppo.
Il problema è che il fondo nel 2025 scomparirà, come evidenzia Matteo Toscani della Lega, per i tempi di rotazione troppo lunghi. Ed è qui che è sorta la proposta di attingere alla Bei (Banca europea di investimento) per prestiti superiori ai 15 anni (cioè per interventi legati per lo più al turismo) e di tenere il fondo della legge 18 per altri tipi di interventi, con rientri di un decennio.
Le categorie artigianali hanno anche chiesto che l'agenzia regionale non si sovrapponga nell'erogazione delle garanzie ai già esistenti Confidi. «Veneto Sviluppo potrebbe fornire garanzie sulla prima chiamata, laddove non ci sono garanzie dai consorzi di fidi», precisa Maurizio Ranon, direttore dell'Appia.
Ma a criticare il valore dell'incontro è il consigliere veneto del Pd, Sergio Reolon. «Ieri si è fatta una riunione per istituire un tavolo di confronto su questioni che devono essere risolte dalla politica, non dai tecnici che sono stati portati all'incontro», dice Reolon, che aggiunge: «Il motivo è capire perchè la Regione ha scelto di svuotare il fondo della legge 18 di 4 milioni di euro, quando invece aveva a disposizione i 25 milioni della legge 33 sul turismo rimasti inutilizzati. Non è che si vuole intaccare una legge che funziona? Nella riunione non è emerso nulla di nuovo. Farò quindi un emendamento sul bilancio, per il rientro di quei soldi». (p.d.a.)
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