Belluno ricorda i partigiani impiccati in piazza: «Il loro coraggio un esempio per tutti»

Ieri il 78° anniversario dell’eccidio nazifascista di piazza Campedel. La Consulta degli studenti: «Hanno scelto di immolarsi piuttosto che rinunciare alle loro idee»

L'intervento di Mattia Bianchet della Consulta degli studenti
L'intervento di Mattia Bianchet della Consulta degli studenti

Il 17 marzo 1945 quattro partigiani vennero impiccati in piazza Campedel. A 78 anni di distanza la città di Belluno e le istituzioni non hanno dimenticato Salvatore Cacciatore, Giuseppe De Zordo, Valentino Andreani e Gianni Piazza. «Credo che l'amministrazione comunale, indipendentemente dal colore politico, debba ricordare le persone che hanno dato la vita per la nostra libertà», ha detto il vice sindaco Paolo Gamba, durante la cerimonia di fronte al monumento che li ricorda in piazza dei Martiri. «I sacrifici di queste persone, di questi giovani ci hanno dato la libertà e la pace. Vorrei che a queste manifestazioni partecipassero sempre più scuole e giovani perchè è importante per i nostri giovani conoscere e ricordare questi avvenimenti storici».

Il vice sindaco Paolo Gamba rende onore ai quattro partigiani morti davanti al monumento di piazza dei Martiri
Il vice sindaco Paolo Gamba rende onore ai quattro partigiani morti davanti al monumento di piazza dei Martiri

E’ stata poi la volta di Gino Sperandio, presidente Anpi Belluno, che ha voluto sottolineare quanto l'amministrazione comunale sia stata vicina e partecipe in una giornata così importante: «Volevo ringraziare le istituzioni locali che hanno dato continuità alle iniziative di commemorazione, garantendo questo appuntamento che rappresenta una parte della storia e dell'anima di questa città insignita alla Medaglia d'oro alla Resistenza». Lo Stesso Sperandio ha speso poi parole per i giovani, invitandoli a non dimenticare: «Noi siamo il passato, i ragazzi non sono il nostro futuro, ma il nostro presente. Mi auspico che vengano coinvolti sempre di più in celebrazioni come questa».

Giovani che non hanno mancato di far sentire la loro presenza in modo attivo. Il presidente della Consulta degli Studenti, Mattia Bianchet, ha sottolineato l’atto di coraggio  dei quattro partigiani: «Hanno dato la vita per la libertà, questa è una storia di coraggio di chi ha scelto di immolarsi piuttosto che rinunciare alle proprie idee. Salvatore, Gianni, Giuseppe e Salvatore ci hanno lasciato un chiaro messaggio: mai smettere di lottare per ciò in cui si crede».

 Anche l'Associazione Libera, tramite la voce del conferente regionale Piermario Fop, ha voluto essere presente perchè fare memoria è un atto dovuto per fare cittadinanza attiva: «Ricordare e celebrare è fondamentale, leggere i nomi dei caduti come noi facciamo ogni 21 marzo con le vittime di mafia è un atto dovuto, perchè ci fa capire l'importanza del loro sacrificio. Non voglio parlare di eroi, ma di cittadini che non furono indifferenti a quello che stava accadendo intorno a loro solo per convenienza. Non dobbiamo mitizzare ma ricordare l'onestà e il coraggio di chi ha sentito il bisogno di partecipare attivamente al cambiamento. Proprio come dovremmo fare noi come cittadini».

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