Belluno, il ministero non paga l'affitto della caserma dei carabinieri
Sospeso il versamento all'Ater per l'edificio in ristrutturazione a Mel

BELLUNO.
Il Ministero della Difesa non paga più l’affitto per la caserma dei carabinieri di Mel al proprietario dell’immobile, vale a dire l’Ater di Belluno. La decisione è stata presa, unilateralmente, ancora nel luglio scorso, quando cioè sono partiti i lavori di ristrutturazione e ampliamento dello stabile. Ad oggi tra l’Ater e Roma si sono susseguite tutta una serie di lettere per chiarire la vicenda. Ma se entro breve la situazione non si sbloccherà, l’Ater annuncia il ricorso alle vie legali.
La vicenda nasce lontano. La caserma è di proprietà dell’Ater che, dagli anni Novanta, l’ha concessa in locazione all’Arma per un affitto annuo di circa 15mila euro. Già all’inizio, il ministero della Difesa non pagò il canone, sollevando le proteste dell’Azienda territoriale. Anche all’epoca c’era stato uno scambio epistolare tra proprietario e affittuario, finchè Roma, a distanza di tempo, lanciò una sorta di ultimatum: o l’Ater prendeva solo una parte dell’intero canone pregresso, oppure non se ne faceva più niente. Come è facile intuire, l’Ater si è dovuto accontentare.
Nei mesi scorsi, il Ministero ha chiesto all’Azienda territoriale di intraprendere delle opere di sistemazione e di ampliamento della caserma per circa 400mila euro. Ma da quando sono partiti i lavori, a luglio, l’affitto non è più stato corrisposto. «Questo non è possibile», precisa il direttore dell’Ater, Carlo Cavalet. Subito è partito un carteggio tra le parti, che finora, però, non ha portato a nulla. «Se non ci sarà una svolta e non pagheranno, saremo costretti ad aprire un contenzioso».
I morosi dell’Ater.
E chi pensava che soltanto i cittadini potessero avere problemi nel pagare il canone per la crisi, sarà rimasto sorpreso a vedere che anche lo Stato spesso è inadempiente.
Per quanto riguarda le morosità, l’Ater registra nel 2009 una leggera diminuzione rispetto al 2008 (passate dal 7.78% al 7.40%). Diminuite anche le morosità per le spese condominiali passate dal 59.42% al 57%.
Palazzo ex Olivotto.
Resta aperta la vicenda per l’acquisizione, da parte dell’Ater, di palazzo ex Olivotto in piazza Duomo. Arrivato il via libera all’operazione da parte del consiglio comunale ancora l’anno scorso, le trattative si sono però arenate nella contrattazione del prezzo di acquisto, visto che l’Ater vanta dei crediti di alcune centinaia di migliaia di euro dal Comune che vorrebbe detrarre dal costo di vendita dell’immobile. Immobile in cui dovrebbero essere ricavati appartamenti senza alcuna agevolazione, riservati alle giovani coppie.
L’operazione si è, inoltre, in parte arenata visto che, per sopperire alle spese di intervento, che ammontano a circa 1.5 milioni di euro, l’Ater aveva partecipato ad un bando regionale, partecipazione che però non è andata a buon fine per l’Azienda territoriale.
La vicenda di Castion.
Giochi ancora aperti anche per gli immobili di Cavarzano e Castion che fino a qualche tempo fa era stati sottoposti a sequestro giudiziario. «Per quanto riguarda l’area di Castion», precisa Cavalet, «a breve la giunta regionale dovrebbe assegnare il finanziamento di 950mila euro per intervenire sull’immobile, da cui ricaveremo otto appartamenti di edilizia sovvenzionata. Per Cavarzano, invece, l’area di interesse da edificabile, dopo le vicissitudini giudiziarie, è passata a parcheggio. E l’Ater, per fabbricare i quattro appartamenti previsti, chiede che sia ripristinata la destinazione d’uso. Dovrà essere il Comune, a questo punto, a decidere cosa vuole fare di quella zona».
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