Belluno è sicura, ma arrivano i rinforzi

Quaranta nuove unità per potenziare soprattutto Cortina e il Feltrino: «Fondamentale il presidio del territorio»
Di Alessia Forzin
Consegna delle Onorificenze in caserma dei carabinieri. mARESCIALLO GIANLUCA LONGHI
Consegna delle Onorificenze in caserma dei carabinieri. mARESCIALLO GIANLUCA LONGHI

BELLUNO. Si rafforza la presenza dei carabinieri sul territorio bellunese. Sono quaranta i militari appena usciti dalla scuola di formazione, che sono stati destinati alle compagnie e alle stazioni dell'Arma presenti in tutta la provincia. Un arrivo record, in un territorio «che ha sempre sofferto sotto questo punto di vista», ha spiegato il generale Sabino Cavaliere, comandante della Legione carabinieri Veneto di Padova, ieri in visita a Belluno per uno scambio augurale, ma anche per consegnare attestati di merito e salutare alcuni militari in partenza per altri comandi.

I quaranta carabinieri giunti a Belluno sono andati a potenziare soprattutto la compagnia di Cortina, e questo arrivo in massa ha permesso di riportare gli organici al giusto livello per garantire un efficace presidio territoriale.

«La provincia di Belluno è un'isola felice, perché morfologicamente non è facilmente aggredibile dalla criminalità come accade in altre zone del Veneto, ma è importante che ci siano dei presìdi sul territorio: la prevenzione non deve venire meno», ha aggiunto Cavaliere.

Il rafforzamento di tutte le stazioni va proprio in questa direzione: «In passato, a causa del blocco delle assunzioni, non si poteva disporre di molti uomini. Quest'anno, invece, dei 160 carabinieri usciti dalla scuola, quaranta sono stati destinati al Bellunese, un territorio che ne aveva bisogno perché vasto e articolato».

Ne aveva bisogno anche Feltre, che merita un'attenzione maggiore per la posizione che occupa nella geografia della provincia: «Si trova lungo vie di comunicazione che consentono alle bande di delinquenti di fare qualche incursione», ha spiegato Cavaliere. «Le indagini portate a termine in passato hanno dimostrato che gli episodi di criminalità che hanno interessato il Feltrino non sono stati compiuti da gente del posto, ma da persone che vengono da fuori provincia e anche da fuori regione».

E Gosaldo? Da settimane si parla della possibile chiusura della stazione del piccolo comune agordino, ma il generale Cavaliere assicura che «al momento non c'è nulla di concreto». Vero è che nei mesi scorsi è stato fatto un primo riordino territoriale, in Cadore: «Abbiamo messo insieme tre reparti per migliorare la loro operatività, e abbiamo fornito loro una sede adeguata, a Santo Stefano», ha spiegato Cavaliere. «In questo modo i nostri uomini riescono a coprire tutte le aree del territorio, anche quelle che prima non si riuscivano a monitorare».

Un'operazione che potrebbe avere un seguito in altre zone, del Bellunese e non: «Stiamo verificando la bontà di questa sperimentazione», ha continuato Cavaliere. «In ogni caso, se si dovesse affrontare un altro riordino, per prima cosa sentiremmo anche i sindaci interessati. E non si tratta di decisioni che verranno prese dall'oggi al domani».

Nessun problema, infine, per quanto riguarda la copertura del territorio, che sarà in ogni caso garantita. Infine Cavaliere, nel complimentarsi con i militari presenti per alcune delle indagini portate a termine, ha salutato chi sta per lasciare il comando di Belluno: il capitano Latino è atteso da un nuovo incarico a Roma, come il tenente Cimolino, mentre il colonnello Brighi andrà a Udine. Al posto di quest'ultimo, a dirigere il nucleo investigativo è arrivato il tenente Luigi Presicci.

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