Bar senza lavastoviglie nei guai

Ponte nelle Alpi. Il gestore è accusato di falso in atto pubblico ma l’Usl ha ravvisato altri problemi
Di Gigi Sosso
Viale Dolomiti di Ponte nelle Alpi
Viale Dolomiti di Ponte nelle Alpi

PONTE NELLE ALPI. Il bar non era in regola. Non aveva nemmeno una lavastoviglie e c’erano problemi anche con le vaschette al banco del gelato. Ma l’alpagoto S.D.C., il gestore del locale pubblico di viale Dolomiti, è in tribunale per falso in atto pubblico perché al momento di aprire l’attività aveva portato al municipio di Cadola non solo la segnalazione certificata, ma anche una planimetria firmata da un ingegnere. Planimetria dalla quale risultava che nel piano seminterrato c’erano un bagno per il personale e uno spogliatoio, nel rispetto di tutti i requisiti in materia di igiene.

Nel settembre di due anni fa arriva l’ispezione del Servizio igiene degli alimenti: gli operatori dell’Usl non solo non trovano i due locali descritti nella planimetria, ma non vedono nemmeno i requisiti igienici. Il magazzino risulta intasato di merce che non c’entra nulla con l’attività commerciale. Un deposito disordinato con dentro mobili, biancheria per la casa, computer, stampante e secchi di vernice, tutto questo accanto agli innesti dei fusti per la birra.

Poco distante un congelatore, al cui interno sono stati rinvenuti prodotti di pasticceria congelati, molti dei quali sfusi e non nell’apposita confezione. Al piano di sopra, nel bar mancava la lavastoviglie indispensabile a lavare bicchieri e tazzine e nella vetrina del gelato non c’era l’acqua corrente per lavare gli attrezzi necessari a confezionare le palline. In questo modo esisteva la possibilità che i vari allergeni si mescolassero nelle vaschette dei diversi gusti. Da parte della procura della Repubblica c’è una richiesta di emissione di un decreto penale di condanna, ma lo sciopero degli avvocati (in questo caso il difensore è Simona Ianese), che protestano contro la riforma del processo penale, non ha permesso la celebrazione dell’udienza davanti al giudice Riposati e al pubblico ministero Rossi.

Tutto rinviato alle prossime settimane, quando l’agitazione di cinque giorni delle toghe sarà terminata.

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