Bancarotta Ic Group sfilano i primi testi davanti ai giudici

BELLUNO. Tre imputati per una bancarotta da diversi milioni di euro. È l'accusa che la procura della Repubblica contesta a Italo Calvi, 48 anni di Farra d'Alpago, amministratore di fatto della Ic...
Il tribunale di Belluno
Il tribunale di Belluno

BELLUNO. Tre imputati per una bancarotta da diversi milioni di euro. È l'accusa che la procura della Repubblica contesta a Italo Calvi, 48 anni di Farra d'Alpago, amministratore di fatto della Ic Group sas, Claudio Ranzato, 42 anni di Longarone, e Anchise Damian, 63 anni di Longarone (difesi dagli avvocati Simone Valenti e Olimpia Frapiccini del foro di Macerata). La pubblica accusa contesta a Calvi, come amministratore di fatto della Ic Group, e a Ranzato e Damian, come amministratori, l'accusa di bancarotta fraudolenta perché avrebbero distratto crediti da oltre sei milioni di euro vantati dalla ditta fallita nei confronti di una serie di altre ditte per forniture di merci e servizi. Questi crediti, secondo l'accusa, sarebbero stati poi ceduti in blocco a tale Antonio Di Michele con un contratto, datato 21 maggio 2008, senza alcuna contropartita, in quanto il prezzo della cessione concordato in un milione di euro non sarebbe stato pagato o sarebbe stato successivamente distratto. Non solo. Sempre secondo l'accusa, gli imputati avrebbero distratto liquidità e cespiti aziendali (macchinari e impianti). L'accusa poi si allarga a quella classica di distruzione o sottrazione al curatore dei libri contabili per non consentire la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari dell'azienda fallita. Accuse, dunque, pesanti alle quali gli avvocati Valenti e Frapiccini replicano parlando di ipotesi senza prove. Nel corso dell’udienza di ieri è stata sentito il consulente tecnico del tribunale, Viviana Sperandio, che ha parlato di un’azienda che nel 2007 era già in difficoltà economica e che nel 2008 poteva essere dichiarata fallita in proprio. Le cause del fallimento? La mancata remunerazione del capitale, la sensibile contrazione del fatturato ed i debiti crescenti. Il passivo fallimentare ammontava a più di 11 milioni di euro. Si torna in aula il 27 novembre.

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