Alluvione a Mas, per le famiglie un rimborso di appena 100 euro

La raccolta fondi avviata dal Comune non è andata benissimo e i contributi sono irrisori I cittadini: «Non sappiamo cosa farcene». Deon: «La Regione non ci ha dato lo stato di calamità»

SEDICO. La notte fra il 30 giugno e il 1° luglio un fiume di acqua e fango ha inondato Mas. Ha riempito i garage, gli scantinati, rovinando tutto quello che si è trovato di fronte. Ci sono famiglie che hanno perso le auto, altre che hanno dovuto buttare via mobili, motorini, biciclette, scatole piene di ricordi. Ora per quelle venti famiglie residenti in via Monte Pelf è arrivato un contributo dal Comune. 106 euro ciascuna.

«Non sappiamo cosa farcene», sbotta Amedeo Fanelli, che quella notte ha perso due macchine («di cui una appena acquistata») e ha dovuto buttare l’impianto per l’aria condizionata, anch’esso in deposito nel garage, pentole e tanti altri oggetti distrutti dalla violenza del fiume di fango che gli ha invaso scantinati e garage.

Quei 106 euro derivano dalla raccolta fondi che il Comune aveva avviato in sostegno alle vittime dell’alluvione. In tre mesi sono arrivati sul conto aperto appositamente poco meno di duemila euro. «Pochi, non me l’aspettavo», ammette il sindaco, Stefano Deon. «Fatti i conti, abbiamo deciso di suddividere la cifra in parti uguali per tutte le famiglie colpite».

Che non hanno preso bene la notizia. «Proprio stamattina (ieri, ndr) ne parlavo con alcuni vicini, sono tutti arrabbiati», continua Amedeo Fanelli. «Io ho subito danni per trentamila euro, cosa me ne faccio di 106? Il Comune dovrebbe mettere dei soldi per noi».

La notte fra il 30 giugno e il 1° luglio tracimò un rio che fa parte del bacino della Val Fontana. Il Comune aveva fatto richiesta in Regione per lo stato di calamità, «ma non ci è mai arrivata una risposta ufficiale», prosegue il sindaco. «Da contatti telefonici intercorsi, sappiamo che non ci è stata concessa, comunque». Le famiglie del Mas, dunque, dovranno accontentarsi di quei cento euro e spiccioli arrivati dal Comune.

Il quale non ci sta a passare per quello che non ha fatto niente. «Nei giorni immediatamente successivi abbiamo aiutato le famiglie colpite con i nostri operai, le squadre di Protezione civile, con i volontari», continua il sindaco. «Abbiamo promosso un tavolo al Genio civile dal quale è emersa la necessità di fare uno studio del bacino del rio Val Fontana al fine di calibrare gli interventi necessari per evitare esondazioni in futuro».

«L’evento del 30 giugno, che fu di portata considerevole e imprevedibile, causò danni anche sulla viabilità comunale, che abbiamo sistemato con fondi del nostro bilancio», conclude Deon. «Siamo intervenuti a Sommaval, dov’era franato un pezzo di strada, e a Libano, dove una strada bianca era diventata impraticabile a causa dell’alluvione. Abbiamo pulito gli alvei dei rii, che si erano riempiti di materiale. Abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre possibilità».

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