Alla scoperta del “Botegon” l’osteria del porto cittadino con il gruppo giovani del Fai

Martedì alle 18.30 la visita virtuale sulla piattaforma Zoom  Antonio Gheno offrirà uno spaccato della storia di Borgo Piave 

Scoprire la città



Il “Botegon”, la storica taverna degli zattieri bellunesi a Borgo Piave rivive online grazie al tour organizzato dal Fai giovani. Nel terzo appuntamento del ciclo di visite guidate virtuali lungo il Piave, per riscoprire la storia e le avventure che lo hanno visto protagonista nei secoli passati, i partecipanti potranno entrare nello storico palazzo Doglioni, detto “Il Bottegon”, che in passato era un punto di riferimento del borgo. L’evento, gratuito, si terrà martedì alle 18.30 sulla piattaforma Zoom, ma per partecipare è necessario iscriversi sul sito faiprenotazioni.fondoambiente.it/

Dopo il museo del cidolo e del legname di Perarolo e il museo degli zattieri di Codissago, dunque, la delegazione bellunese del Fai farà scoprire quella che un tempo era la vivace area portuale di Belluno; sarà possibile conoscerne la sua storia e i tesori artistici grazie alla visita curata da Antonio Gheno, volontario del Fai Giovani, principale artefice della sua apertura durante le Giornate di primavera 2019.



Il quartiere di Borgo Piave conserva ancora quell’aspetto antico e suggestivo insieme, con le sue case colorate e il percorso a scalette, mentre l’ampia ansa del fiume sembra quasi avvolgerlo in un abbraccio. Nei secoli passati, quando dighe e sbarramenti non esistevano e l’acqua scorreva ancora abbondante, il Piave era navigabile e rappresentava un’importante via di comunicazione molto legata a questo luogo. Oggi, invece, i muraglioni dell’argine costruiti dopo il Vajont e l’alluvione del 1966 hanno “tagliato” il secolare legame di questo caratteristico quartiere con il fiume.

La principale attività praticata era la fluitazione del legname: dai ricchi boschi del Cadore e del Cansiglio si ricavavano grandi quantità di tronchi che venivano lavorati e trasportati a valle e in pianura, sfruttando la corrente del fiume. Borgo Piave, in questo contesto, era il porto fluviale della città, con un ruolo di assoluto rilievo dal punto di vista economico: il suo nome è legato proprio al fiorente commercio del legname, al transito di merci trasportate sulle zattere e alle attività manifatturiere che sfruttavano l’energia idraulica del vicino torrente Ardo.

Gli edifici ospitavano varie e numerose botteghe artigiane, che rendevano vivace e quasi autonomo questo attivo nucleo abitato soprattutto dagli “zater”.



L’incontro si svolgerà il 6 aprile alle 18.30 sulla piattaforma Zoom grazie al sostegno di Luxardo e UniSve ed è aperto a tutti. Per partecipare è necessario prenotarsi sul sito www.faiprenotazioni.fondoambiente.it dove sarà possibile trovare l’evento inserendo nel campo di ricerca. Una volta completata la prenotazione, il giorno stesso dell’evento verrà mandata una email contenente il link per partecipare all’incontro. È possibile sostenere l’importante opera del Fai donando o diventando sostenitori. L’associazione userà questi fondi per rimettere in moto l’Italia della cultura nonostante i danni economici subiti a causa dell’emergenza sanitaria e per questo si appella alla sensibilità e alla generosità degli italiani per poter continuare a prendersi cura del nostro Paese. Per informazioni scrivere a belluno@delegazionefai.fondoambiente.it. —



Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi