Affitto e nuove regole: il centro As Salam è costretto a chiudere

Il protocollo anti Covid ha aumentato le spese per gli islamici di Ponte nelle Alpi. Riapriranno invece gli spazi nell’ex caserma Piave di Belluno 

PONTE NELLE ALPI

Il centro As Salam è chiuso. Problemi economici e l’impossibilità di applicare i protocolli di sicurezza anti Covid 19 hanno costretto la comunità islamica bellunese a rinunciare allo spazio di cultura e preghiera di via dei Martiri, a Ponte nelle Alpi.

Sta invece per riaprire quello bellunese di via Tiziano Vecellio, all’interno dell’ex caserma Piave, dove l’associazione “Insieme per il bene comune” sta ultimando i lavori di adeguamento, in maniera da rispettare le normative in vigore, in termini di sicurezza e distanziamento sociale: «A intervento ultimato verranno forniti alla comunità il protocollo e le istruzioni per poter frequentare gli spazi associativi e partecipare alle attività didattiche, spirituali e culturali che da sempre promuoviamo», spiega il segretario Aziz el Aamari, «purtroppo non potevamo andare avanti a Ponte nelle Alpi per la mancanza dei fondi necessari e per i locali, che non potevano essere messi a norma. Il costo di gestione di quella struttura era superiore ai 12 mila euro all’anno tra affitto e spese, non potevamo permetterci una persona ogni quattro metri quadrati e avevamo un solo ingresso. I centri islamici in provincia scendono così a quattro».

“Insieme per il bene comune” e “Annour” di Santa Giustina sono quelle che hanno raccolto 5 mila euro per gli ospedali della provincia e consegnato un centinaio di porzioni di cous cous al San Martino di Belluno, durante l’emergenza Coronavirus.

Il centro As Salam era stato aperto a Ponte nelle Alpi nel 2008, dopo aver avuto sede prima a Busche e poi Santa Giustina, su iniziativa di Mohamed Meraga. L’associazione culturale ha sempre tenuto a precisare che non si trattava di una moschea, anche se al piano sotto la strada c’era una sala di preghiera ed è lì che i fedeli pregavano il venerdì, soprattutto durante il mese sacro del Ramadan.

Al piano terra, all’ombra un tricolore italiano e dell’elenco dei soci che contribuivano al canone di locazione, un’aula per le lezioni di arabo ai bambini nati in Italia. Nel corso degli anni, non è mancata qualche incomprensione con i vicini di casa per il volume delle preghiere e per le feste di fine Ramadan. Un problema risolto con il trasloco allo Spazio Ex, nella zona industriale di Belluno. —




 

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