«Unificazione informatica tra Ulss 1 di Belluno e Ulss 2 di Treviso: qual è il vero piano della Regione?»

A lanciare l’allarme è Alessandro Del Bianco, consigliere comunale a Feltre del Pd

Alessandro Del Bianco
Alessandro Del Bianco

«Com'è possibile che una delibera regionale così rilevante sia passata completamente sotto silenzio? Perché nessuno – né dalla Regione, né dalle direzioni sanitarie – ha ritenuto di comunicarla pubblicamente fino ad oggi? E soprattutto: questa unificazione informatica tra Ulss 1 Dolomiti e Ulss 2 Marca Trevigiana è davvero solo una questione tecnica, oppure segna l'inizio di un processo di accorpamento più ampio tra le due aziende sanitarie?». Sono le domande che si pone Alessandro Del Bianco, consigliere comunale a Feltre, candidato alle elezioni regionali del 23 e 24 novembre con il Partito democratico e segretario provinciale, temporaneamente autosospeso, del Pd bellunese.

«Quando pochi giorni fa, durante una ricerca sul Bollettino Ufficiale della Regione, ci siamo imbattuti nella delibera di Giunta Regionale n. 854/2025, pubblicata il 12 agosto, siamo rimasti senza parole. Non solo per il contenuto tecnico, ma soprattutto per la portata politica e strategica che questa decisione può avere. Ancora più incredibile è stato scoprire che nessuno ne aveva parlato prima: nessuna comunicazione ufficiale, nessuna informazione ai territori».

Il provvedimento votato dalla giunta Zaia, e illustrato dall’assessora Manuela Lanzarin, istituisce un Dipartimento interaziendale “Sistemi informativi per la transizione digitale” tra l’Ulss 1 Dolomiti e l’Ulss 2 Marca Trevigiana. «Si parla di fatto di una vera e propria fusione dipartimentale. E allora ci chiediamo: se si trattasse davvero solo di un passaggio tecnico, perché riguarda esclusivamente l’Ulss 1 Dolomiti e l’Ulss 2 Marca Trevigiana? A quanto ci risulta, nessun’altra azienda sanitaria in Veneto ha avviato un processo simile di fusione dei servizi informatici con un’altra Ulss. Perché proprio Belluno? Perché sempre Belluno?»

Le preoccupazioni si inseriscono in un contesto già critico: l'Ulss 1 Dolomiti è l’unica in Veneto a non avere un direttore generale, ma un commissario il cui incarico scade solo nella primavera del 2026, dopo Olimpiadi e Paralimpiadi. Una scelta temporanea che, unita a questa nuova delibera, lascia intravedere un disegno più ampio di riorganizzazione, se non di vera e propria fusione. «Si tratta forse di una razionalizzazione sanitaria mascherata?» chiede Del Bianco. «E i rappresentanti locali? Sono stati informati? I sindaci di Belluno e Feltre, che ricoprono a rotazione il ruolo di presidente e vicepresidente della conferenza dei sindaci dell'Ulss 1, sapevano di questa delibera? A giudicare dalle parole evasive pronunciate dalla sindaca Fusaro in consiglio comunale a Feltre, sembrerebbe proprio di no. E Oscar De Pellegrin, sindaco del capoluogo, è stato messo al corrente? E se sì, perché non ha detto nulla? Perché non è mai stata data una comunicazione pubblica trasparente? A fronte di un progressivo svuotamento dei servizi, è lecito chiedersi se il destino dell’Ulss Dolomiti sia segnato. Serve un chiarimento immediato e pubblico: la politica regionale deve rispondere. Il rischio che anche l’Ulss 1, come troppo spesso già avvenuto con altri servizi pubblici, venga “trascinata a valle” è uno scenario che non ci possiamo permettere, tanto meno in un territorio difficile, fragile e complesso come il nostro».

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