«Stop ai camion durante le Olimpiadi: le strade bellunesi rischiano il caos»
La Provincia, d’accordo con le categorie economiche, attende la risposta di Anas e Prefettura: «Bisogna decidere in fretta»

Stoppare tutti i carichi pesanti, quelli oltre le 5 tonnellate e mezzo lungo l’intera rete stradale della provincia. Quindi niente Alemagna, niente statale Carnica, nemmeno l’Agordina. È la proposta che l’amministrazione di Palazzo Piloni ha avanzato, attraverso il consigliere delegato Massimo Bortoluzzi, al tavolo della viabilità olimpica, in Prefettura. «Aspettiamo una risposta, in particolare da Anas ed eventualmente da Veneto Strade. Ma», ci anticipa, «abbiamo già l’appoggio delle varie categorie economiche del trasporto».
Il divieto di transito è richiesto dalla Provincia per i due mesi delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi e tiene conto anche delle esigenze poste da Dolomitibus che ha il compito di mobilitare le 120 navette da e per Cortina. Da Ponte nelle Alpi e da Dobbiaco. «Quando arriva un treno con 900 passeggeri da trasbordare e quindi con una ventina di pullman circa da far partire dalla stazione di Ponte nelle Alpi, l’Alemagna deve essere libera dai camion e dai Tir che rallentano il traffico. Perché», puntualizza Bortoluzzi, «l’impegno è di far arrivare i visitatori in un’ora e mezza fino a Cortina».
L’interruzione proposta non vale solo per i “bisonti” stranieri, quelli che scendendo dal Brennero, all’altezza di Bressanone deviano per la Val Pusteria per poi fiondarsi verso Marghera intasando Cortina e la 51 di Alemagna, ma per tutti i carichi oltre le 7,5 tonnellate, anche quelli di rifornimento per Cortina stessa oltre che della provincia. «Ci siamo confrontati con le associazioni di categoria e abbiamo riscontrato la disponibilità a fare il trasporto su autoveicoli meno ingombranti», riferisce Bortoluzzi. «Chiediamo un provvedimento per tutta l’area bellunese, perché la seconda direttrice per le Dolomiti diventerà la Feltrina e l’Agordina, le quali, dunque, rischiano di diventare un’alternativa ancora più problematica».
In che senso? Il consigliere provinciale fa il conto che buona parte degli sciatori che abitualmente frequentano Cortina, in febbraio e marzo si orienteranno verso le piste dell’Agordino, in particolare dell’Alto Agordino. Non solo, ci sarà chi tenterà di raggiungere Cortina utilizzando la 203 per evitare la “dogana” di San Vito. «Quindi lo stop dei Tir va previsto sull’intera rete. Anche perché è dimostrato», aggiunge Bortoluzzi, «che quando si è chiusa al traffico l’Alemegna nell’Ampezzano e in Val Boite, i camionisti si sono serviti della Carnica, della 51 bis, per rientrare sulla 51 a Tai. Non solo, c’è chi a Brunico ha svoltato per la Val Badia ed è sceso dal Campolongo. Altri ancora hanno utilizzato addirittura il o San Pellegrino Ci vedete, in quei giorni, soccorrere i bisonti della strada lungo le salite o le discese magari innevate delle Dolomiti?».
Il rappresentante della Provincia rilancia il tema affinchè – specifica – possa essere vagliato con rapidità e già prima di Natale ci sia qualche specificazione nel merito.
Quanto all’Alemagna l’emergenza riguarderebbe soprattutto il tratto più trafficato, da Ponte nelle Alpi a Longarone, per i flussi verso l’area industriale. In questo senso Bortoluzzi ha chiesto che sia valutata la possibilità, per i lavoratori pendolari delle industrie longaronesi di avere una corsia privilegiata da Ponte verso Soverzene e da qui a Longarone. Magari con un senso unico negli orari di punta.
Da definire c’è anche il tema dei cantieri di lavoro a Cortina e dintorni. «Se non si decide che questi debbano rimanere chiusi nel periodo olimpico, magari con ristori in caso di necessità, è evidente che dovranno essere autorizzati centinaia di accessi al giorno, ad auto e mezzi di trasporto. Da parte delle ditte interessate ho registrato una encomiabile disponibilità alla sospensione delle attività, ma è urgente prendere una decisione anche al riguardo».
Il consigliere delegato di palazzo Piloni conclude auspicando che maturi nel tempo più rapido un provvedimento complessivo che dia risposta a tutte queste problematiche. E che magari nei territori interessati venga fatta anche della puntuale informazione sui comportamenti da adottare. «A meno che non si creda veramente che verranno almeno 27 mila spettatori in meno di quelli previsti. O anche di più».
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