Tutti i colpi di Petrosyan, il guerriero della vita

Da bambino amava guardare i film di Van Damme e Bruce Lee per poi impersonare i personaggi di quelle storie. Solo che la vita vera non è finzione cinematografica. Giorgio Petrosyan lo ha capito presto iniziando a prendere a pugni e calci un destino avverso per splendere di luce propria. Leggenda vivente della kickboxing, Petrosyan ha raccontato la sua incredibile storia in Con le mie mani. Tutte le battaglie di un guerriero della vita (15,30 euro o 9,99 euro l'ebook, 341 pagine, Rizzoli), scritto con il giornalista Stefano Bizzi. La prefazione è del rapper italiano Emis Killa, amico del thaiboxer e kickboxer, al pari del calciatore Mario Balotelli.
Nato nell’Armenia insanguinata dalla guerra con l'Arzebaijan, Petrosyan ha lasciato il suo paese nel 1999 approdando in Italia per cercare fortuna con il padre Andrei e il fratello Stepan. Trascorrono dieci giorni nel rimorchio di un camion patendo il freddo e la paura. Ma escono vivi. Giorgio, all'anagrafe Gevorg, voleva andare a Milano perché lì giocava il suo idolo: Ronaldo. Finisce invece a Gorizia. Fa un voto con se stesso per cambiare la propria sorte di profugo emarginato. Sceglie la kickboxing e diventa un campione. Anzi, il campione. Petrosyan è l'unico al mondo ad aver vinto per due volte di seguito il K1 World Max (2009 e 2010) e il primo ad aggiudicarsi nei 70 kg le Glory World Series. Nonostante gli infortuni alle mani resta imbattuto per 42 incontri consecutivi tra il 2007 e il 2013.
Ma gli avversari di Petrosyan non sono solo sul ring: lontano dal quadrato deve infatti combattere con i suoi demoni e superare le frontiere... Giorgio resta pur sempre un rifugiato, un apolide: ogni combattimento internazionale riserva una sfida nella sfida. Fino al 2014, anno in cui riceve dall'allora presidente Giorgio Napolitano (nomen omen) la cittadinanza italiana per meriti sportivi. «La vita è così: è un combattimento continuo», sostiene Petrosyan, «Una volta vinci, un’altra perdi. E quando cadi, perché prima o poi quel momento arriva per tutti, ti devi rialzare e ripartire con la stessa voglia di prima. Con la stessa fame di prima. Se la sai guidare, la vita arriva dove vuoi tu».
Mattia Rossetto
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