Tonani: «La nascita di Celeste mi ha cambiato la vita. All'Union sentiamo molto la partita»

Il bomber è stato decisivo anche a Campodarsego con un assist a Proia «Insieme a lui possiamo fare molto bene»



. Un gol e un assist al compagno Daniele Proia, nel pareggio di Campodarsego.

«Abituatevi, mi piace dare la palla ai compagni meglio piazzati. Positivo e negativo allo stesso tempo, perché a volte dovrei preoccuparmi di più di vedere solo la porta, senza eccessivi gesti di generosità».

Ma insomma, per ora Davide Tonani convince sotto tutti i punti di vista. Anzi, fondamentale anche nel 2-1 di Proia in Coppa Italia ad Este. Evidentemente c’è intesa tra i due.

«Giocavamo assieme in effetti. Fano, C2, stagione 2012-2013. Abbiamo un bel rapporto, in campo si vede».

Non ha stupito nessuno la sua maglia da titolare domenica. Fin da inizio ritiro è apparso motivato ed affamato. Quasi avesse voglia di rivalsa, di dimostrare qualcosa. Eppure viene da un bel campionato, seppur con due maglie diverse.

«Ecco, “affamato” rende l’idea del Davide Tonani di adesso. Tre mesi e mezzo fa è nata mia figlia Celeste. Cambi il modo di ragionare e vedere le cose, quando hai la fortuna di diventare papà. Ho desiderio di dimostrare il mio valore, giocare un campionato da vertice, dare continuità alle 11 reti segnate lo scorso campionato tra Ambrosiana e Milano City. A proposito, il gol di Campodarsego l’ho dedicato a lei e alla mia compagna Martina».

Adesso i tifosi si aspettano da lei il regalo più gradito: una rete, magari decisiva, nel derby.

«Nonostante siamo pochi bellunesi in rosa, non è una partita come le altre. Si avverte questo forte desiderio nell’ambiente di prevalere, avremo tante persone sugli spalti a tifare per noi e teniamo molto a vincere».

Anche perché, un po’ di rosicamento, credo lo si faccia ancora.

«Sì, inevitabile. Certo, la testa è già rivolta al Belluno. Ma quando arrivi ad essere in vantaggio di un gol a cinque minuti dalla fine sul campo di una squadra così forte, dispiace non fare il colpaccio».

Torniamo al Belluno e al suo giocatore simbolo.

«Corbanese lo conoscono tutti in categoria. Un attaccante molto forte. Guai a lasciargli anche solo un pallone in area. In generale però loro partono più avvantaggiati di noi, sono il medesimo gruppo da tanti anni. Servirà una prestazione autoritaria da parte nostra».

Ha iniziato in C, poi tanta D. La svolta ad Arzignano, dal dicembre 2016.

«Vero, sportivamente e personalmente parlando. Perché mi sono trasferito a vivere a Vicenza, avendo lasciato il girone lombardo. Non potevo chiedere di meglio, in gialloblù mi son trovato alla grandissima. Peccato la rivoluzione in estate, eppure all’Arzignano resto legatissimo. Li sto seguendo ora in serie C, spero proprio possano salvarsi nonostante la difficoltà del torneo».

Lo sa vero chi, oltre all’Adriese, ha conteso sino alla penultima giornata la promozione ai vicentini?

«Eh sì, seguivo sempre il girone nonostante fossi di nuovo nel raggruppamento B. L’Union di quest’anno comunque vuole disputare un bel campionato».

Obiettivo?

«Direi migliorare la posizione dello scorso anno».

Alt: quindi o secondo posto o primo? Asticella parecchio alta, allora.

«Perché no. La squadra c’è, come dimostrato domenica a Campodarsego contro una delle favorite alla vittoria finale. In generale, secondo me, dobbiamo e possiamo ricambiare l’enorme fiducia data dalla società a noi giocatori. Avvertiamo sensazioni positive».

Hobby di Davide Tonani, oltre al calcio?

«Ora solo uno e si chiama Celeste. E i pannolini li cambio».

Ma la sua squadra del cuore?

«Milan, modello l’indimenticabile Shevchenko. Certo, a noi milanisti parlare del passato ora provoca solo tanta nostalgia».

E allora, meglio pensare solo a segnare nel derby. O ad offrire un assist. Magari ancora a Proia... —



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