Stasera il Premio Gorza a capitan Eros De Nadai

ALPAGO. Eroico Eros. Stasera la consegna del premio "Mauro Gorza" a Eros De Nadai, il capitano dell'Alpago. la cerimonia si svolgerà dalle 20.30, nella sala parrocchiale di Mugnai. Ospiti il campione del passato e attuale mister Giancarlo Pasinato e il campioncino del futuro Samuele Longo, che sta giocando con l'Inter ed è figlio del Gigino attaccante del Belluno anni 90. Non ci sarà solo questa consegna, ma certo è la più importante della serata. De Nadai ha ottenuto più voti di Giovanni Gidoni del Cavarzano e Ndyaie Daouda della Ztll ed è molto soddisfatto di essere stato scelto da una giuria di addetti ai lavori.
«Diciamo che sono addirittura strafelice che la scelta sia caduta sul sottoscritto. Non ho la presunzione di credere che sia un premio alla carriera, semmai sono contento del fatto che mi siano stati riconosciuti quei valori umani e di attaccamento alla maglia che sono stati di Mauro fino a quel tragico momento della sua scomparsa, durante quel maledetto derby della Juventina con il Lentiai".
Più forte a Feltre. Alpagoto dentro, De Nadai ha girato tutte le migliori squadre della provincia fino alla D del Belluno. Ma se dovesse indicare le sue migliori stagioni... «Dal punto di vista del rendimento, dico la Feltrese, dove sono stato davvero molto bene, non solo come ambiente, ma anche fisicamente. Ero nel pieno della mia maturità».
Gli anni a Belluno. Era a Ponte nelle Alpi, prima della fusione con il Belluno e la nascita del Bellunopontalpi, con tanto di promozione in D, ai spareggi con il Bessica, l'Abano e la Pro Lissone: «In città, sono cresciuto molto e ho fatto le esperienze più imporanti sul piano tecnico, a partire dalla stagione con Paolo Marin. È stato bello, d'altronde a quei tempi ero talmente giovane che potevo anche permettermi di preferire il calcio. Stavo ancora studiando».
Le scelte obbligate. Una volta diventato grande, il lavoro da fisioterapista: «È da allora che ho dovuto pensare soprattutto al lavoro, come è normale che sia. Ecco perché ho dovuto per forza rinunciare a qualche buona opportunità. Non ho rimpianti».
La soddisfazione. La Marca è vicina: «Una delle più belle soddisfazioni è stata il diventare capitano del Vittorio Veneto, dopo tre mesi che ero lì. Bruno Gava mi aveva scelto ed è stata una bella responsabilità».
I play off. L'amarezza in gialloverde: «Ci sono rimasto male, perché per 87' di Onigo non abbiamo preso un tiro e l'abbiamo persa. Eppure ero tranquillo e il mister non ha fatto tutto quello che hanno scritto». (g.s.)
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