Ponte Alpi, la festa per il mezzo secolo

Un rigore di Boito decide la sfida degli ex giocatori. Ricordati Eliseo Boito, Bepi Mares, Ilio Cubattoli e Gianfranco Dal Canale
Di Paolo Baracetti
Partita per festeggiare cinquanta anni del ponte delle alpi
Partita per festeggiare cinquanta anni del ponte delle alpi

PONTE NELLE ALPI. Sport, amicizia e orgoglio granata all'Umberto Orzes. Ben prima delle 16, alla spicciolata, sono giunti allo stadio gli ex giocatori del Ponte nelle Alpi. Una vera e propria rimpatriata.

«È stata un'occasione per rivederci e ricordare i bei momenti trascorsi insieme» è stato detto. Qualcuno è cresciuto... di peso, qualche altro è rimasto magro come i bei tempi (vedi Bepi Faso). Il tutto mentre un indaffarato Enrico De Bona passava da un gruppo all’altro per fare le convocazioni.

Nei giorni scorsi era stato ipotizzato un quadrangolare ma, viste le defezioni, è stato deciso di fare una partita normale. Da una parte una formazione formata in prevalenza da «Gli amici del Ponte» e dall’altra un team formato dal «resto del mondo». Il risultato al temine dei tempi regolamentari è stato di 3-3. Le reti? I soliti: Bepi Azzano, Checco Boito e Giorgio Balzan da una parte. Gimmy De Vettor, su assist di Cecco ha pareggiato i conti, mentre Renzo Priviero ha fatto una doppietta.

Per l'assegnazione del trofeo, si è passati ai rigori. E qui se ne sono visti di tutti i colori: parate, cucchiai non riusciti, tiri alti, tiri a lato e rigori tirati in modo ineccepibile. Alla fine è stato Checco Boito a siglare la vittoria della sua squadra.

Sugli spalti c'erano le compagne e le mogli degli atleti in campo, insieme con gli ex giocatori che avevano dato forfait. Enrico De Bona cercava, coadiuvato da un microfono di fare la cronaca del match.

Prima che l'arbitro, Roberto Padrin, desse il fischio d'inizio, è stato effettuato un minuto di raccoglimento per ricordare i dirigenti e gli amici del Ponte scomparsi (Bepi Mares, Ilio Cubattoli, Eliseo Boito e il giornalista Gianfranco Dal Canale).

Anche se è trascorso qualche anno, i giocatori in campo hanno dimostrato di non aver dimenticato i fondamentali. Si sono apprezzati: triangolazioni, fraseggi, stop, ripartenze, cross e tiri di una certa pericolosità. E come detto, i frombolieri di un tempo che fu non avevano le «polveri bagnate».

Gli spettatori sugli spalti seguivano le varie fasi del gioco commentando ironicamente le gesta dei calciatori in campo sottolineando con applausi convinti le giocate migliori e più efficaci. I ritmi non erano eccelsi ma più che dignitosi. E poi, com'era facilmente intuibile, l'obiettivo dell'evento consisteva nel trovare un sistema per stare ancora una volta insieme. E ieri lo scopo è stato raggiunto.

La festa è finita più tardi con un pasto consumato insieme sotto il tendone della sagra di Polpet. «Ma», come ha affermato un soddisfatto Enrico De Bona, «non finisce qui: prima della fine dell'anno organizzeremo una cena nella speranza che agli ex giocatori giunti all’Orzes si aggiungano tutti coloro che, per vari motivi, non hanno accolto l'invito di oggi».

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