Parabob, le prime discese sulla pista tedesca di Oberhof

Sta prendendo quota il progetto del Bob Club Cortina e della Onlus Never Ends. Maruggi: «La disciplina richiede molto personale per garantire la sicurezza»

Oberhof (Germania) Al via la stagione del parabob, con il Bob club Cortina e la Onlus The Game Never Ends di Orlando Maruggi in prima fila accanto alla Fisip, la federazione sportiva italiana paralimpica. Quello del paraboob è un progetto partito qualche anno fa e che i due sodalizi stanno portando avanti con grande determinazione. Lo scorso fine settimana a Oberhof si sono svolti i primi allenamenti dell’inverno 2018-2019, stagione che prevede per gli azzurri qualche gara di Coppa del Mondo in Europa e, a fine annata, i Mondiali in Nord America.. Gli allenamenti organizzati dal Bob Club Cortina in collaborazione con la Fisip e la Onlus The Game Never Ends di Orlando Maruggi hanno permesso a Fabrizio Caselli, Pier Alberto Buccoliero e a Flavio Menardi di scendere in pista per la prima volta in questa stagione.

I tre ragazzi tutti tesserati per il Bob Club Cortina, società storica del mondo del bob italiano che fin dall’istituzione di questa disciplina ha investito moltissimo sia in termini economici che di volontariato, affiché possa svilupparsi un vero e proprio movimento paralimpico italiano, hanno effettuato tredici discese ciascuno partendo inizialmente dallo start dei giovani e poi via gradualmente salendo fino allo start dove prendono il via le gare di Coppa del Mondo.

«Sono scesi abbastanza bene per essere il primo allenamento, inquadrando sempre di più la pista e con risultato considerevole, quindi mi ritengo soddisfatto», commenta il presidente del Bob Club Cortina e responsabile del progetto Parabob Gianfranco Rezzadore. «Oberhof è una pista ostica, con undici curve in rapida successione senza rettilinei… a seguire due rettilinei intervallati da due curve abbastanza impegnative ed un Kreisel finale che mette a dura prova gli atleti».

«È stata una trasferta impegnativa anche per noi tecnici», così Orlando Maruggi. «Il parabob richiede infatti la presenza di molto personale per garantire agli atleti il necessario aiuto in fase di partenza e di arrivo».

«È stato molto bello! Unica pecca il tempo che non era dei migliori. La pista è bella e tecnica, ma per me che non ho la stessa esperienza dei miei compagni è stato un po’ più complicato capire bene le traiettorie», dice Flavio Menardi. «A parte questo non c’è stato nessun problema a scendere anche dalla cima anche grazie a Gianfranco Rezzadore che ci ha aiutato moltissimo. Un grande grazie a Orlando Maruggi e al Bob Club Cortina per darci queste possibilità e seguirci così tanto».

Oltre agli azzurri si sono allenati anche altri atleti in rappresentanza di Germania, Svizzera e Austria a dimostrazione che la disciplina nei paesi dove il bob è tradizione sta facendo sempre più breccia. Al momento però sia il parabob che il paraskeleton non sono stati inseriti nel programma paralimpico. Non ci sarà, a meno di ripensamenti, la possibilità di essere in gara a Pechino 2022. —

Ilario Tancon

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