Moreno Pezzè, da ciclista professionista a famoso artista del trasformismo
. Ciclismo e spettacolo, per una sera, andranno a braccetto nel segno di Moreno Pezzé. Originario di Fonzaso, classe 1974, Pezzé è un ex ciclista professionista che una volta appena la bicicletta al chiodo si è dedicato alla vita mondana trasformandola presto in una professione di successo. E sarà proprio lui a curare lo spettacolo di domani sera al palaghiaccio di Feltre alla cena di gala della tappa Feltre-Croce d’Aune.
«La decisione di abbandonare il ciclismo l’ho presa quando mi hanno proposto di scendere di categoria. Dai professionisti mi avevano prospettato un team Continental. Ho detto no, decidendo di dedicarmi ad altro».
Moreno Pezzé, che oggi vive nel veneziano, è conosciuto col nome artistico di Moreno Utopia. I suoi show sono concentrati sul trasformismo tra animazione, body painting, trucco e costumi sgargianti sono conosciuti in tutto il mondo.
«Proporrò un’animazione speciale per la festa che si terrà domani alle 20.30 al palaghiaccio», ha annunciato Pezzé, «saranno cinque momenti distinti che si susseguiranno durante la serata. Tre saranno puro spettacolo, nel corso del quale si alterneranno personaggi importanti, di caratura internazionale come Serge Huercio, acrobata belga che divertirà il pubblico in sella ad una bici. Ci sarà poi spazio al burlesque con l’esibizione di Eve Laplume, molto conosciuta per le sue partecipazioni televisive da Chiambretti o a Porta a Porta. Spazio anche alla musica con l’esibizione di Stefania Francabandiera, cantante pop lirica che fa parte di un importante trio di fama internazionale anch’esso molto conosciuto in tv. Lo spettacolo che proporremo si chiama M-Hotel Rouge».
Eppure la vita di Moreno Pezzé era iniziata, tanti anni fa, in sella ad una bici.
«Ho iniziato a pedalare quando avevo sei anni. Col tempo sono arrivato al professionismo, prima con un’apparizione fugace tra le fila della Mobilvetta seguita da due stagioni intense con la Vini Caldirola. Ho avuto compagni di squadra importanti come Casagrande e Bortolami. Erano gli inizi del duemila, gli anni difficili di Marco Pantani che per me era e resta un mito assoluto».
Hai qualcosa da raccontarci in merito al tuo rapporto con il Pirata?
«Viveva una durissima crisi interiore dopo tutto quello che aveva passato. Non scherzava, non parlava. Se ne stava sempre in fondo al gruppo, quasi in disparte, assente. Mi sono avvicinato a lui diverse volte, se gli ponevo qualche domanda mi rispondeva ma solo se non era un argomento legato al ciclismo. Si sentiva tradito».
Ad un certo punto la vita da sportivo di Moreno Pezzé è cambiata.
«Ho sempre avuto una particolare predilezione per la vita mondana. Mi attirava tutto ciò che era estroso a dispetto del mio carattere, tutt’altro che esuberante. Ho avuto qualche difficoltà di comprensione nel mondo del ciclismo, un po’ bigotto a quei tempi, ma forse anche oggi. Mi piaceva vestire in maniera appariscente, questo fu argomento di contestazioni. Fino a quando ho fatto il professionista mi sono dedicato anima e corpo alla bici, poi ho deciso di riprendere quel filone che avevo lasciato interrotto. Lo stesso che oggi è il mio lavoro oltre che passione».
Nello specifico, chi è oggi Moreno Pezzé?
«Un trasformista, specializzato in mutazioni con l’ausilio di speciali costumi e protesi. Tecnicamente si chiama trucco prostetico. Il ballo del Doge mi ha reso famoso al grande pubblico, mi dedico alla costruzione di spettacoli di alto livello, milionari, molto apprezzati da un pubblico esigente. Ho fondato un’agenzia che si chiama Moreno Utopia Art&Show che abbraccia anche altri campi. Oggi le mie performance sono sempre meno frequenti, in compenso sono direttore artistico in molti locali e mi occupo personalmente della realizzazione ed organizzazione di eventi».
Come è nata l’idea di proporre questo spettacolo in occasione dell’arrivo del Giro d’Italia?
«Sono molto amico di Ivan Piol. L’idea è nata di fronte ad una serie di circostanze che si sono concatenate, dal passaggio del Giro al compleanno del Pedale Feltrino. Era giusto celebrare tutto questo con una grande festa e così sarà. Sono felice di tornare nella mia Feltre a cui resto molto legato». —
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