«L’Hellas, gruppo che può fare bene»

BELLUNO. Tra porta e consolle. Andrea Parente, portiere dell'Hellas Belluno e dj bellunese, racconta la prima parte di stagione mentre si prepara a suonare in Piazza Martiri a Capodanno.
«Il girone di andata dell'Hellas non può che essere giudicato positivamente», evidenzia, «perchè si è creato un gruppo unito, che ha voglia di giocare e di stare insieme, elementi fondamentali per divertirsi. Non siamo partiti per vincere il campionato, ma perdere non fa piacere a nessuno, e noi abbiamo lasciato per strada qualche punto importante».
I gialloblu hanno chiuso l'andata in zona playoff, risalendo un po' dopo una grande partenza e un successivo momento difficile: «Abbiamo pagato i tanti infortuni che ci sono capitati», ammette Parente, «anche perchè in settimana, per i problemi lavorativi di un po' tutta la rosa, riusciamo a fare un solo allenamento. Entrare in condizione così non è facile, e la sosta invernale è arrivata proprio al momento giusto: ora dovremmo avere recuperato tutti, compresi Marco Savi e Paolo Brini, e potremo ripartire al completo. Allenarsi poco non aiuta a restare in alto, ma nel ritorno puntiamo almeno ad arrivare ai playoff, a fare bene i tanti derby e a non regalare niente: se dobbiamo lasciare punti per strada dovrà essere per il merito degli avversari e non per errori nostri».
Dopo una stagione alla Dolomitica, il portiere è uno dei tanti che hanno scelto di accasarsi in categorie inferiori, anche per non trascurare il lavoro: «Soprattutto in estate forse si è esagerato nel parlare di fughe e parole mancate: io personalmente mi sono lasciato senza grossi problemi né rimpianti. Con le partite e le lunghe trasferte il sabato per me era difficile conciliare il lavoro come dj, che nel venerdì e nel sabato chiaramente è più fitto: tornare a casa il venerdì alle sei di mattina e partire alle otto per la trasferte, o dover rinunciare a serate perchè ero in trasferta, non è stato semplice».
L'anno di Dolomitica, in ogni caso, è stato utile: «È stata una bella esperienza, in cui ho imparato molto, e che anche ora mi aiuta non avendo noi un allenatore dei portieri», chiude il portiere-dj, «ma ora, giocando il giorno prima, posso lavorare tutti i sabati e i venerdì in cui le trasferte sono più abbordabili, e riesco a conciliare entrambe le mie passioni». (pera)
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