Ironman Nicola “Foloin” Zardini pronto per la finale di Las Vegas

CORTINA. Ironman. Un ampezzano alla finale mondiale di triathlon,circuito Ironman 70.3: è Nicola Zardini “Foloin”, non nuovo a esperienze estreme, ma che per la prima volta è riuscito a centrare un...

CORTINA. Ironman. Un ampezzano alla finale mondiale di triathlon,circuito Ironman 70.3: è Nicola Zardini “Foloin”, non nuovo a esperienze estreme, ma che per la prima volta è riuscito a centrare un obiettivo così importante e gratificante dopo un inaspettato sesto posto di categori, a San Juan, in Portorico. È proprio grazie a questa prova che Zardini ha staccato il biglietto per l’8 settembre a Las Vegas.

«70.3 è il numero che indica la distanza, espressa in miglia, che uno deve percorrere in questo sport», spiega Zardini. «Se trasformiamo in chilometri, stiamo parlando di 1,9 km a nuoto, 90 in bicicletta e poi 21 di corsa, ovviamente di seguito, senza interruzioni tra una disciplina e l’altra».

L’infortunio. «Purtroppo», spiega ancora Zardini, «un infortunio al piede mi aveva costretto a saltare gli appuntamenti di Panama e della Nuova Zelanda, a cui avevo invece intenzione di partecipare. Ho quindi puntato tutto su questa gara in Portorico, che si era presentata da subito come molto competitiva perché, essendo una delle uniche due tappe mondiali nel mese di marzo e a tutti gli effetti in territorio statunitense (dove questo sport è nato ed è molto sentito), vi avrebbero partecipato non solo sessanta tra i professionisti più forti al mondo, ma ancor di più quasi duemila amatori agguerriti e tutti fortemente in  lizza per la prestigiosa qualifica alla finale mondiale».

La gara. Massacrante, come prevedibile. «Le condizioni meteo, tipiche delle zone equatoriali, sono state esagerate: dopo la frazione a nuoto, senza muta vista la temperatura dell’acqua», spiega Zardini, «c’è stata una tempesta equatoriale con acqua a secchiate, scarsa visibilità e strada allagata. Durante questa parte ciclistica, ho cercato di contenere il recupero, visto che con la bicicletta non mi trovo propriamente a mio agio. Verso la fine della bici si è poi alzato un forte vento contrario, che ha sì spazzato via la tempesta, ma che ha permesso al sole di battere forte e così tutta l’acqua scesa in precedenza si è trasformata in vapore creando un effetto da bagno turco».

L’arrivo. «Il traguardo è stato generoso e pieno di emozione. La consapevolezza di aver fatto bene», dice Zardini, «non ha tolto sorpresa al risultato ottenuto. Nonostante l’infortunio e la situazione meteo invernale non adatta per la preparazione, la caparbietà nel perseverare ha portato buoni frutti».

Il tricolore. Sulla maglia di Zardini, alla finale mondiale di Las Vegas, ci sarà il tricolore italiano. «Sono orgoglioso non solo di indossare il tricolore, ma anche lo scoiattolo, simbolo di Cortina. Grazie alle poiscine di Cortina e Guargnè». (g.s.)

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