Il volo spezzato di Larissa salta Tokyo per infortunio «Ma forse è meglio così»

il caso
Le Olimpiadi di Tokyo non sarebbero state di Larissa Iapichino se fossero andate in scena quando era previsto e non lo saranno neanche adesso, un anno dopo. Sono passate da opportunità inattesa a esperienza mancata e sono quasi diventate un peso.
L’azzurra del salto in lungo si è infortunata durante i campionati italiani di Rovereto, nella prima gara gestita dal padre in veste di allenatore che le ha cambiato la rincorsa («stile mamma»)e poi l’ha messa in pedana «in una situazione molto caotica». Gianni Iapichino parla dell’organizzazione, ma la frase vale anche per questo momento. Al penultimo tentativo, in chiusura, il piede di Larissa si incastra nella sabbia. Lei non è tranquilla, Iapichino è lontano e non riesce a urlarle che non c’è bisogno di andare avanti «non aveva capito di aver già vinto, c’era stato un nullo poco chiaro di Laura Strati, ma nessuno sa come sarebbe andata se si fosse fermata». Già, perché non lo ha fatto e gli esami dicono «distrazione dei fasci anteriori del legamento». Si valuterà con l’ortopedico il programma di recupero, ma per una settimana si sta fermi di sicuro e ai Giochi ne mancano solo tre. Discorso chiuso. Lei è abituata a vivere queste prove con tranquillità e anche stavolta ha l’approccio giusto «deve puntare sul futuro». Lo aveva già fatto: dopo la maturità, presa a pieni voti, si è presentata dal tecnico con cui è cresciuta, Gianni Cecconi, e gli ha detto basta. Nonostante il legame, la progressione e la protezione. All’ultima curva prima dei Giochi ha cambiato tutto e ha bussato da papà che non si era mai immaginata come guida, «carattere troppo simile» e che invece ora entra nella lunga serie di genitori che allenano i figli.
«Mi sono preso una grande responsabilità, Tokyo sarebbe stata una bellissima prova, ma non la sorpresa che si poteva magari di sognare nella stagione indoor». Insomma, sua figlia è più dispiaciuta o più sollevata? «Nessuna delle due o entrambe le cose, si sarebbe risparmiata lo stop e senza sarebbe certamente andata all’Olimpiade, però per come la vede, nel modo giusto, ci resterebbe peggio se dovesse saltare anche i Mondiali giovanili che ci concedono qualche giorno di recupero in più. Ci sta che alla fine l’infortunio ci abbia pure un po’ tolto le castagne dal fuoco». La stagione era iniziata con una strabiliante misura al coperto: 6, 91 metri, eguagliato il record italiano detenuto da sua madre, Fiona May. Dopo aver battuto il tempo di Mennea, Filippo Tortu ha confessato: «Sono andato oltre un muro e poi mi ci sono ritrovato sotto». È dura smaltire i successi che sgretolano la storia e per Larissa si tratta pure di quella personale, solo che lei ha deciso per una svolta e forse non aveva poi così tanta fretta di presentarsi in una grande competizione. Provata da un Europeo indoor che le è passato davanti e da un Golden Gala che l’ha spinta a ripartire da capo, con papà. Dopo la scelta le polemiche, l’ex allenatore non crede affatto che sia stata Larissa a cercare un nuovo inizio, Iapichino si scalda: «Si è detto che ho interferito ma io non vedo come. Cecconi lamentava la mia pressione, ma quale? Quella di un papà che filma la figlia in gara? Questo facevo, sono andato a vedere due allenamenti non di più, non conoscevo i programmi e credo nemmeno la federazione. Io ho solo visto un’atleta fuori condizione e demotivata. Pensavamo tutti che fossero le energie bruciate dalla maturità, ma lei era proprio assente. Non so che cosa le sia balenato nella testa, di certo non ha agito di impulso. A 19 anni è stata coraggiosa a stravolgere le abitudini». Ora avrà tempo per costruire la carriera da senior, anche se un risultato ai Mondiali giovanili restituirebbe il sorriso e per aggiungere centimetri ai risultati che verranno serve anche quello. —
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