Il portiere Brino giocherà con il Bangor City nella serie B gallese

IL PERSONAGGIO
Negli ultimi due anni Gabriele Brino ha sorriso poco. Pavia, Campodarsego, Treviso. Le cose, in queste tre piazze, non sono andate come il portiere bellunese avrebbe sperato. Motivi e spiegazioni diverse, in ogni caso. Ma ad un certo punto, probabilmente, l’amarezza era tanta. Per questo, adesso, il Galles rappresenta la grande opportunità. Il solito, caro treno sul quale salire subito, senza tentennamenti.
Perché va bene la distanza da casa e dagli affetti, va bene il dover imparare una nuova cultura, va bene tutto.
Ma a 22 anni è giusto e doveroso provare una nuova avventura. Calcistica naturalmente, e soprattutto di vita.
Lui, che nel campionato 2015-2016 è arrivato con il Belluno sino in finale playoff alternandosi tra i pali con Solagna, è carico e deciso a dare il meglio di sè.
«Secondo me non esistono esperienze positive e negative. Ogni esperienza, come dice il nome stesso, ti insegna qualcosa. Il periodo a Treviso, ad esempio, è stato difficile; però anche lì ho imparato qualcosa. Ragion per cui non vedo l’ora di iniziare la mia avventura in Galles».
Riavvolgiamo un attimo il nastro. Brino qualche giorno fa ha firmato col Bangor City, storica formazione gallese che quest’anno vuole vincere la B e tornare nella massima serie. A contattarlo, il dirigente friulano Max Leghissa.
«Al quale va il mio grande grazie. Mi voleva già la passata stagione a Malta con il Mosta, del quale era direttore sportivo. Sembrava tutto pronto, avrei giocato con loro nella serie A isolana. Però, appunto, sembrava. Sono sorte delle complicazioni e non se ne è più fatto nulla. Ad ogni modo non è mancata l’occasione di sentirci ancora, in quanto ho sempre desiderato fare un’esperienza all’estero. Ora che si è spostato al Bangor ha voluto coinvolgermi nel progetto».
CONEGLIANO E…TREVISO. Per Brino tutto è andato bene sino alla prima avventura di Campodarsego, con posto da titolare e playoff raggiunti. Poi Pavia e di nuovo Campodarsego, tra alti e bassi dovuti a problemi societari in Lombardia e scarso impiego nel Padovano. L'apice delle sventure, lo scorso anno. Un mese al Conegliano, seguito dal passaggio al Treviso in Eccellenza. Lì la situazione era disperata, sia per quanto riguarda i risultati e sia per la difficoltosa situazione societaria.
«Parlare dopo è facile. Potrei dire che non dovevo accettare quel trasferimento, ma mi ero fatto convincere. Peccato; ma, come già spiegato, anche quell’esperienza è servita».
A questo punto, corretto fare una considerazione. Brino è uno dei tanti portieri che, in serie D, resta "bloccato" dalla regola riguardante i fuoriquota obbligatori in campo. Ormai, in quarta serie, moltre società si affidano al portiere giovane. Così, per Brino e per molti altri, vengono meno svariate opportunità.
«Sarebbe da aprire un discorso lungo, lunghissimo. Concettualmente è giusto pensare di dare spazio ai giovani, ma la domanda è: perchè ciò non si fa pure in C? Credo sia da fare così per lanciare più ragazzi nel professionismo».
Intanto la prossima settimana Brino partirà.
«Non vedo l'ora di cominciare questa avventura. Ne approfitto per ringraziare anche Gigi Bernardi, preparatore dei portieri della Ztll e che mi è sempre stato vicino in questo periodo». —
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi