IL GIRO A BELLUNO - LE TAPPE STORICHE / 6Tre Cime 1968, la tappa delle spinte
Il successo andò a Gimondi, ma nel dopo gara la giuria annullò tutto. Ma la prima volta in «rosa» a Lavaredo si ricorda anche per il torto a Panizza, l’unico a salire regolare

Felice Gimondi fra Jacques Anquetil e Eddie Merckx
BELLUNO
. Nel Giro d'Italia del 1967 fanno il loro esordio le Tre Cime di Lavaredo. Vincenzo Torriani in occasione della cinquantesima edizione della corsa rosa è andato a scovare tre salite inedite, ossia l'Etna, il Block Haus e, per l'appunto, le Tre Cime. E per festeggiare al meglio il mezzo secolo della corsa, il patron si inventa addirittura il cronoprologo. Ma la breve cronometro saltò, a causa di manifestazioni di piazza contro la guerra in Vietnam. Alle Tre Cime di Lavaredo la carovana arriva l'8 giugno, con Silvano Schiavon in maglia rosa e una situazione di classifica fluida. Sull'inedito arrivo in salita del Block Haus si era imposto Eddy Merckx e anche per la novità delle Tre Cime sono attesi i campioni con la "C" maiuscola. L'arrivo è previsto al rifugio Auronzo, la volontà di Torriani è di regalare spettacolo e celebrare l'allargamento della strada militare risalente alla Prima guerra mondiale. La gara è durissima e a spuntarla è Felice Gimondi, che stacca Merckx e Motta, ma soprattutto Anquetil. Tuttavia, nel dopo tappa si scatenano fortissime polemiche, perché i tre maggiori pretendenti alla vittoria finale su quei durissimi ultimi chilometri hanno ricevuto delle spinte, che sarebbero oltre il consentito dal regolamento e andrebbero, quindi, squalificati. Furono spinti anche Adorni, Zilioli, Schiavon e Doncelli. Tutti ad eccezione di Wladimiro Panizza. In quel caso, la vittoria andrebbe a «Miro», eroico nell'aver compiuto l'ascesa senza aiuti esterni. Per lui sarebbe la prima vittoria al Giro d'Italia. In un infuocato Processo alla tappa, Sergio Zavoli convince Torriani ad annullare la frazione, scontentando un po' tutti. Da un lato Panizza, che si vede privato della prima vittoria al Giro e che quella tappa se l'era sudata tutta dal primo all'ultimo centimetro. Dall'altra Gimondi, a sua volta infuriato per aver perso in un colpo solo il successo di tappa e il vantaggio accumulato in quella fantastica ascesa, spinte o non spinte, nei confronti di Anquetil e ammontante a 51". Gimondi attacca durissimo: «Dipendesse da me, domani non si parte, se mi obbligano farò il turista», commentò Felix de Mondi. In realtà, all'indomani il campione bergamasco è regolarmente al via della corsa, nella tappa da Cortina a Trento che sarà vinta in volata da Vittorio Adorni, su Michelotto, Balmamion, Perez - Frances e proprio Gimondi, con Merckx e Anquetil a 27". Il francese diventa la nuova maglia rosa, ma terrà il simbolo del primato un solo giorno, perché Gimondi lo scavalcherà in classifica da lì a poche ore, al termine della Trento Tirano, tagliando il traguardo di Milano da trionfatore, vincendo il suo primo Giro d'Italia.
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