Griffen, aneddoti e considerazioni nella “tre giorni” in casa Belluno

BELLUNO
Si è conclusa la tre giorni al Belluno del “docente” Paul Richard Griffen, ex rugbista, allenatore e personaggio televisivo neozelandese naturalizzato italiano. Quando era commentatore televisivo su Dmax, indossava sempre le casacche delle varie squadre del mondo della palla ovale e, in un’occasione, indossò anche quella gialloblù del Belluno. Questo lo ha portato ad avere una grandissima quantità di magliette dei club italiani (più di 150).
«Inizialmente volevano che indossassi giacca, cravatta e camicia. Io risposi che non mi sarei abbigliato in questo modo e, in caso, di rivolgersi ad un’altra persona. Poi proposi questa mia idea che inizialmente non fu accolta. Insistendo, chiesi di provare per tre volte ed alla fine la mia soluzione ebbe successo. La maglietta del Belluno me l’aveva portata Corrado Pilat».
Attualmente lei è impegnato a livello federale come allenatore dell’under 18.
«Negli ultimi quattro anni c’è stata una crescita importante. Per la prima squadra, va sottolineato che il livello delle altre nazionali si è alzato anche se la nostra sta crescendo. Per quanto riguarda il Sei Nazioni, è vero che non riusciamo a vincere dal 2015, ma ritengo che questo dato sia dovuto anche ad alcune fatalità. Alcune partite la nazionale le stava vincendo ma,alla fine, a causa di alcuni episodi sfavorevoli, le ha perse. Comunque lo dico sempre: quando si partecipa al Sei Nazioni si affrontano cinque delle otto migliori nazionali del mondo. Ci sono molti ragazzi che stanno crescendo e per il 2023 avremo una squadra competitiva».
Si potrà tornare ad una normalità dopo il Covid?
«Non lo so. Secondo me i problemi più importanti attanagliano il rugby di base, molti ragazzi si sono allontanati. Ci sono numerosi sport che hanno ripreso l’attività e per contro c’è una grossa offerta di sport. A Calvisano per esempio ci sono molti ragazzi che hanno abbandonato. Non si sa neanche quando riprenderanno i campionati. In tutto questo avrà un ruolo fondamentale la ripresa della scuola che probabilmente ci farà capire come potranno andare le cose. Ci sono molte chiacchere, ma in realtà nessuno è in grado di stabilire una data. Fra l’altro, ho parlato recentemente con dei miei amici che vivono in Galles ed in Irlanda ed anche loro a livello di club sono fermi». —
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