Atletica. Ferruccio Bortot, il re dei giudici. «A 81 anni c’è ancora passione»

Il bellunese ha ricevuto la targa della Festa dello sport del Corriere. «Prendiamo solo un rimborso, ma senza di noi non ci sarebbero le gare»

Attilio De Col
Ferruccio Bortot tra la nipote Giulia e la figlia Ivana
Ferruccio Bortot tra la nipote Giulia e la figlia Ivana

Non aveva potutto ricevere il premio del Corriere delle Alpi alla Festa dello sport dello scorso giugno per motivi di salute. Ma la nostra redazione ha rimediato e consegnato la targa a Ferruccio Bortot, una autentica istituzione nel mondo dello sport bellunese.

Ottantuno anni, Bortot ne ha passati più di quaranta sui campi di atletica della provincia e del Veneto. Dal 1984 è giudice di gara ed è stato anche il coordinatore fino a tre anni fa, prima di lasciare il testimone a Simone Stalliviere. Una presenza costante nelle manifestazioni ed era stato premiato anche lo scorso anno dalla Fidal per la sua decennale attività.

Un personaggio a tutto tondo nel mondo del volontariato, che per quarant’anni ha collaborato come Giubba Rossa per il soccorso piste in Nevegal, oppure è ricordato anche come uno dei fondatori del sodalizio Società nuova.

Ma in cosa consiste l’attività di un giudice di gara?

«Posso solo dire che senza di noi non è possibile fare una manifestazione in pista. Io ho sempre avuto il compito di coordinare tutti i giudici nella singola giornata, che sono anche più di 15. Basti pensare che ne servono quattro solo in una linea di arrivo. Più un paio per ogni singola pedana».

Una lunghissima attività nonostante la retribuzione non sia certo allettante...

«Posso solo dire (sorride, ndr) che a noi viene solo corrisposto solamente un rimborso chilometrico. Non diventiamo certo ricchi. Forse è anche per questo che c’è poco ricambio».

Alcune gare importanti a cui hai contribuito?

«A parte le prime due edizioni, ci sono sempre stato alla 24 ore di San Martino e ricordo con piacere anche l’amicizia con il grande Giovanni Viel. E non so quanti Giro delle Mura ho seguito. Un anno pioveva così tanto che ho dovuto svuotare la pistola dello start, perchè era piena di acqua. Mi ha molto emozionato il campionato mondiale paralimpico di Jesolo».

Non sei ancora stanco?

«No di sicuro, sabato sarò a Mel per la chiusura provinciale in pista».

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