Elisa Calcamuggi, lo sport di Sky raccontato dal Nevegal

BELLUNO

Elisa Calcamuggi racconta lo sport dall’alto del Nevegal. Per il volto di Sky Sport 24 quello con il Colle è stato amore a prima vista. Galeotto è stato il matrimonio con Riccardo Selvatico, anche lui con lo sport nel sangue, tanto da lasciare la frenetica Milano per scegliere la vita tranquilla di Belluno. E allora non si può che iniziare da qui il ritratto di questa ragazza.

Com’è vivere a Belluno per una giornalista di Sky Sport 24?

«Mi trovo benissimo. Per me che sono nata ad Aosta è stato come tornare indietro nel tempo. Aosta e Belluno hanno tante similitudini», spiega, «anche se, devo dirlo, Belluno ha qualcosa in più rispetto alla mia terra natìa. L’idea di vivere in Nevegal era un sogno che mio marito ha voluto trasformare in realtà. Riccardo aveva una casa di famiglia quassù, che ha sempre avuto il desiderio di restaurare. Prima ci venivamo a trascorrere periodi di vacanza, anche molto lunghi, poi il Covid ha modificato lo scenario ed è maturata la decisione definitiva. Oggi la vita di redazione è stata limitata dalla pandemia. Su questa base abbiamo deciso insieme di trasferirci a vivere qua. Tutti i giorni mi collego su Sky Sport 24 dalla mia casa in Nevegal. Per me è importante, la sento un po’ come la chiusura di un cerchio. La montagna mi ha dato tanto: ci sono nata, sono diventata atleta e maestra di sci prima di passare dietro la telecamera per raccontarla. È il momento di restituirle qualcosa».

A proposito di telecamere, ti abbiamo visto all’opera a Cortina per raccontare i mondiali di sci: che esperienza è stata, per te e per Sky Sport 24?

«Per una questione di diritti televisivi, Sky ha scelto di dare ampio spazio al dietro le quinte della rassegna iridata. Mi sono divertita tantissimo. Avevo una postazione all’esterno dell’hotel de la Poste, dentro Casa Veneto, e quindi ho avuto la fortuna di godermi anche la vita quotidiana di Cortina. Quella di dedicare questo tipo di spazio a sport come lo sci, ma anche al ciclismo, è una scelta dell’editore. Si racconta l’evento da una visuale diversa rispetto all’evento vero e proprio, ma non per questo meno interessante, anzi. Di fatto, lungo corso Italia abbiamo parlato non solo di sport ma anche di turismo, sperando quanto prima di poter tornare a viaggiare, anche in montagna».

A livello sportivo che Mondiale è stato?

«Gli uomini hanno fatto bene, forse erano quelli meno attesi e non hanno dunque nulla da rimproverarsi. Qualcosa non è andato a mio avviso per il verso giusto nella squadra femminile. C’è stata troppa tensione che ha portato le atlete a sprecare energie fuori dalla pista con i risultati che tutti abbiamo visto. Non dico solo Federica Brignone, che si è rifatta domenica sul San Pellegrino, ma anche Marta Bassino a mio avviso poteva e doveva gestire meglio alcune situazioni. Sono del parere, poi», aggiunge Elisa, «che la presenza di Sofia Goggia nel parterre nel giorno del gigante abbia aumentato la pressione addosso alle compagne. Sofia è una presenza forte, lei poi è una ragazza carismatica, vera leader. In ottica futura bisognerà imparare a gestire meglio determinate situazioni se si vorrà fare il salto di qualità. Marta Bassino è giovane, imparando a gestire meglio le pressioni sarà in grado di riservare grandi cose a se stessa ed alla nazionale».

E sulle polemiche emerse a proposito delle piste?

«L’organizzazione dei Mondiali di Cortina è stata eccezionale, promossa a pieni voti. Il lavoro fatto sulle piste dalla squadra di Albi Ghezze è stato altrettanto eccezionale, se c’è stato qualcosa che non è andato per il verso giusto lo si deve rimandare alle scelte della Fis, non certo ad altri fattori. La tracciatura originale della Vertigine era impeccabile, me la ricordo ai campionati italiani del 2019 che ho raccontato da Cortina. Quella scelta per i Mondiali era molto diversa ma non per questo migliore. Fosse dipeso da me, avrei lasciato la tracciatura originale».

Elisa Calcamuggi non racconta solo lo sci e gli sport invernali più in generale su Sky Sport 24, ma anche altri sport come il ciclismo. A proposito di ciclismo, che Giro d’Italia sarà quello del 2021?

«Sono dell’avviso che per un giornalista poter raccontare un Giro d’Italia di ciclismo sia la cosa più bella. È un evento unico nel suo genere, che permette di girare l’Italia e conoscere tantissima gente. Il Giro di quest’anno devo ancora studiarlo bene, ci saranno delle tappe dolomitiche che faranno selezione. Anzi, con tutta probabilità la Sacile-Cortina, con tutte quelle montagne piazzate in quel momento della corsa rosa, potrebbe determinare il nome del vincitore».

Cosa ti senti di consigliare ad un giovane aspirante giornalista sportivo?

«Tutti i ragazzi che si sono presentati in redazione a Milano avevano l’ambizione di raccontare il calcio», conclude Elisa, «ma lo sport non è solo il calcio. Lo sport è tanto altro: io ho scelto di raccontare chi ha meno visibilità, ma non per questo meno cose da dire. Lo dovevo allo sci che nella vita mi ha dato tanto. Ci vuole passione e pensare che lo sci non è solo quello visto e rivisto in televisione durante i Mondiali di Cortina. Dietro ci sono rinunce e sacrifici e la stessa cosa vale per il ciclismo che non è solo la bellissima vetrina del Giro d’Italia. Il racconto di determinati sport deve necessariamente partire dal basso, su questo non c’è dubbio». —



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